11/06/11

Let's get lost: Chet Baker


Chet Baker
Su questo Blog non  troverete molte pagine o recensioni dedicate ad artisti Jazz,(e anche metal, robaccia tipo Scorpions, Iron Maiden..) a meno che non siano artisti che l'hanno stravolto, mischiato, elaborato, contaminato, amalgamato con elementi diversi e con diverse culture e stili musicali (dal blues al hard bop ,soul, bossa, afro jazz, samba jazz , modale). Il jazz prende qualsiasi nota e va sempre bene,con tutti quegli assoli, in alcuni generi quasi ironici,ho sempre avuto l'impressione che gli strumenti vadano via per conto loro,senza nessuna regola. Nel rock (e in altri generi musicali) forse c'è più disciplina, ed è per questo che lo sento più strettamente connesso alla musica classica. Il jazz è stata la musica di mio padre che non è mai riuscito a farmela apprezzare e comunque fin da adolescente mi è sempre piaciuta la melodia, una musica che si possa fischiettare o 'cantare' sotto la doccia.


Ma lo stile trombettistico, puro ed essenziale di Chet Baker è sempre stato un mistero irrangiungibile e di non facile comprensione. Progenitore del cool jazz,ma capace di interpretazioni neoclassiche (come nel caso di My Funny Valentine) la musica di Chet Baker si è sempre distinta per la sua natura lirica ed intimista,dava alle note della sua tromba un ala di dolcezza e semplicità,con i sussurri sommessi della sua voce le esecuzioni vocali risultavano distanti e dolorose.Chet suonava ad orecchio,mai aveva imparato a leggere la musica,affidandosi sempre al suo talento istintivo. Chet baker,il James Dean del cool jazz che faceva innamorare tutte le ragazze dei club dove suonava e cantava con la sua voce infantile e suadente. Nonostante i suoi maestri C.Parker e Gerry Mulligan, invischiati nell'eroina fino al collo minacciavano chiunque provasse ad iniziarlo alla droga,il giovane Chet sembrava predestinato: nel giro di poco tempo abbandonò l'erba,andò in pezzi e s'innamorò anch'egli dell'eroina,un amore che lo accompagnò per tutta la vita e alla fine lo uccise. Non staremo qui a narrarne le disavventure,che si possono leggere nelle tante pubblicazioni a lui dedicate,ne tanto meno citazioni accademiche raccolte da pagine polverose di storia del jazz,ma solo omaggiare un genio della tromba che ha dominato la scena jazz negli anni '50,trombettista con la dentiera e la voce da adolescente,rovinato dalla tossico dipendenza,maestro della resistenza alla cattiva sorte e angelo maledetto. Chet Baker è stata una star e rappresenta tutto il disfacimento di un mondo di illusioni e delusioni che ha distrutto tanti giovani,artisti e non,cresciuti negli anni del dopoguerra. Provate ad ascoltare la sua versione di My Funny Valentine,con le sue variazioni armoniche vitali,seduti sul terrazzo all'imbrunire,col sole che tramonta sul mare:entrerete nel suo mondo,fino a raggiungere i contorni della sua anima..





Live in Paris
My Funny Valentine


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