23/02/12

Anti - Acta e gli spioni

Chi spia il Web a caccia di contenuti illegali? Si diffondono, tra le critiche, le società specializzate nel contrastare la pirateria. Con l'approvazione di Acta potrebbero dilagare in tutta Europa. Che continua a protestare: il prossimo appuntamento il 25 febbraio.
Le chiamano “ Copyright Enforcement Companies” e sono i bounty killer dell’industria del copyright. Sono società private specializzate nella repressione della pirateria informatica. Diffondono file danneggiati o corrotti ( file decoy) e tentano di compromettere i network di condivisione. Setacciano i siti e le reti P2P registrando gli indirizzi Ip degli utenti che condividono materiale protetto da copyright, per poi rivenderli ai propri clienti. Per individuare fisicamente questi utenti però, serve la collaborazione dei provider dello Stato dove risiede il presunto pirata. Le industrie del copyright hanno spesso invocato l’imposizione di un obbligo di collaborazione a carico di questi gestori di rete. Con il nuovo trattato internazionale Acta potrebbero vedere esauriti i loro desideri anche là dove finora sono rimasti delusi.

Fino a oggi, in Italia la giurisprudenza ha dato ragione a provider e utenti. Per esempio nel 2010 la Federazione anti pirateria audiovisiva ( Fapav) aveva chiesto che Telecom si impegnasse a controllare l’attività dei propri clienti e, su richiesta, a dare i nominativi collegati agli Ip individuati a scaricare materiale protetto. I giudici hanno dato ragione a Telecom e alle associazioni di consumatori costituitesi in giudizio. Se la Fapav intende lamentare una violazione del copyright deve fare istanza al tribunale, come tutti, e sarà il giudice eventualmente a richiedere a Telecom i nominativi. Durante il processo erano emerse notizie inquietanti sull’impiego di compagnie di copyright enforcement da parte di Fapav. In particolare la Coo-peer-right Agency era sospettata, oltre di aver violato le norme sulla privacy, di aver usato anche dei malware-spia per conoscere i siti visitati dagli utenti.

Ma in altri Paesi la situazione è più favorevole ai detentori di copyright. In Germania, per esempio, i gestori di servizi passano ogni mese alle industrie dei contenuti dati riguardo a circa 300mila utenti. Le compagnie di copyright enforcement, attivate dai legali delle industrie, individuano chi mette in condivisione determinati file protetti dal diritto d’autore. A questo punto i proprietari dei diritti incrociano le informazioni e chiedono i danni ai singoli utenti. La cifra richiesta per evitare un processo va dai 300 ai 1200 euro di solito, e spesso viene pagata.


Per uniformare le diverse normative e, sospettano alcuni, per imporre una legislazione restrittiva sul copyright in tutti gli Stati, è stato scritto il trattato internazionale Acta. La sua esistenza è stata svelata, prima di qualsiasi dichiarazione ufficiale, dai cablo di Wikileaks nel 2008. L’Unione europea l’ha siglato il 26 gennaio 2012 e da allora sono cominciate imponenti manifestazioni e proteste in tutta Europa. Sul Web i cyberattivisti di Anonymous hanno lanciato la loro campagna contro Acta. Singoli membri del Parlamento europeo, facendo proprie alcune delle preoccupazioni emerse nelle opinioni pubbliche nazionali, hanno espresso perplessità e critiche. Il relatore parlamentare di Acta, il francese Kader Arif, ha rinunciato al suo incarico per dare un forte segnale di protesta. In ogni caso dal 29 febbraio comincerà l’esame del trattato nelle commissioni competenti e, per tenere alta l’attenzione pubblica sul tema, si continuano a organizzare manifestazioni coordinate in tutto il mondo. La prossima è prevista il 25 febbraio e in Italia si svolgerà a Roma (in precedenza si parlava di Verona).

Perché il trattato entri in vigore, è necessario che il Parlamento europeo lo approvi e gli Stati membri lo ratifichino. Dopo le pressioni venute dalle piazza alcuni governi, come quello polacco, hanno messo in discussione la propria firma. E intanto la Commissione ha chiesto oggi alla Corte di giustizia europea un parere sull'accordo Per salvare il trattato dal rischio di naufragio, la Commissione europea ha diffuso un documento teso a rassicurare i cittadini sul fatto che con Acta non cambierà nulla o quasi nella loro vita quotidiana. Ma la comunità telematica non è convinta. Troppo generiche le promesse della Commissione e il testo del trattato è talmente vago, sottolineano alcuni blogger, da non offrire garanzie sui risultati a cui potrebbe portare.

Il rischio è che presto in tutta Europa, e non solo, si diffondano pratiche repressive scarsamente controllate, spesso intimidatorie e non sempre precise. Può capitare che le compagnie di copyright enforcement sbaglino il loro bersaglio e si creino situazioni paradossali. Questo è il caso, ad esempio, capitato a una signora tedesca raggiunta dall’accusa di aver scaricato illegalmente un film particolarmente violento sugli hooligans. Le hanno chiesto 650 euro per evitare di andare in tribunale. Peccato che, come ha fatto notare il suo avvocato Christian Solmecke, la signora non avesse nemmeno un computer. Per la serie, nessuno è al sicuro. 

Wired


02/02/12

Inquinamento acustico, rock, frastuoni e i pericoli per l'udito

 Sette milioni di italiani hanno problemi di udito e il numero tende ad aumentare. Nell'80 per cento delle nostre città si superano giornalmente i lielli di tollerabilità del rumore. Le terapie genetiche e le cellule staminali sono i rimedi,ma per il momento,contro la sordità, restano armi del futuro,mentre si potrebbe iniziare con..un pò di silenzio. Perchè il rumore e il frastuono delle città sono diventati letteralmente assordanti e ,insieme all'allungamento della vita media,sono la cusa principale della perdita dell'udito. E' la commissione europea a lanciare l'allarme,prevedendo un peggioramento delle capacità uditive tra il 4 e il 6 per cento ogni anno. Il problema oramai non coinvolge solo gli anziani,ma anche giovani e adulti esposti a livelli di rumore (traffico stradale,discoteche,elettrodomestici..) che superano di gran lunga la soglia di sicurezza stabilita dall'OMS dei 65 decibel diurni e 55 decibel durante la notte. Tutti gli abitanti delle grandi città sono quindi potenzialmente soggetti a danni uditivi provocati dal rumore: vanno dall'insonnia alla difficoltà di concentrazione,dall'irritabilità ad uno stato di sordità temporanea, fino a dei veri e propri traumi acustici che hanno conseguenze drammatiche sulla qualità dela vita. Perchè,come spiegano gli esperti dell'Aiac (Associazione italiana Audiologia Clinica), la sordità,nelle sue diverse forme,è un deficit sensoriale che mette in questione le relazioni,le emozioni,la socialità Il 60% delle persone anziane cade in depressione e si isola dal mondo esterno,mentre i giovani ancora non accettan le protesi acustiche e soffrono per la loro condizione.

La ricerca intanto fa progressi. E' stato individuato il gene (MY01A) che se alterato causa una forma di sordità ereditaria,mentre studiosi giapponesi e americani sono riusciti a far ricrescere le cellule ciliate dell'orecchio interno in mammiferi adulti con una raffinata tecnica genetica. Già, perchè la ricerca sulle cellule ciliate all'interno della coclea è importantissima: per la funzione uditiva, queste cellule sono molto vulnerabili di fronte ai rumori esterni,ad alcuni farmaci e alle labirintiti e il loro danneggiamento è all'origine della maggior parte delle sordità neurosensoriali che colpiscono bambini e adulti. Tuttavia non c'è ancora una soluzione del problema nell'immediato. Le cellule staminali sono pluripotenti,possono dare origine a tessuti diversi ma perchè si specializzino in un campo molto selettivo (come la finzione uditiva)  occorrono stimoli fisiologici o biochimici che ancora non si conoscono. In soccorso arriva la bioingegneria protesica,con apparecchi acustici sempre più sensibili e intelligenti nell'elaborazione dei suoni. Quelli di terza generazione,digitali, sono anche più confortevoli nell'uso,con un suono più naturale e i larsen (fischi) ridotti al minimo. Usare queste protesi non è però come indossare gli occhiali:necessitano di un "allenamento" a quei suoni che la persona torna a sentire dopo un certo periodo di tempo,allenamento che può ricgiedere dai sei mesi ad un anno. Si sa che il cervello, che rielabora i suoni,se rimane in silenzio per un lungo periodo ha bisogno di recuperare le sue funzionalità,rendendo quindi indispensabile l'intervento precoce. Come precoce deve essere la diagnosi di sordità nei neonati,in media entro i tre mesi,mentre sei mesi è il tempo entro cui si deve applicare la protesi con una terapia riabilitativa. Verso i due anni è poi possibile ricorrere all'impianto cocleare,un dispositivo elettronico sempre più sofisticato e piccolo che è in grado di sostituire in gran parte il funzionamento dell'orecchio interno e della coclea.

 Si sa che il rock è «un'emozione tirata fuori ad alto volume» come disse una volta il chitarrista Ted Nugent (63 anni), che ormai da un decennio porta l'apparecchio acustico. Come il chitarrista e il cantante degli Who, il gruppo che negli anni Sessanta suonava a ben 130 decibel. Sia Pete Townshend (66 anni) sia Roger Daltrey (67 anni) sono passati dall'inno generazionale per eccellenza (My generation appunto) al cornetto. Stessa cosa è accaduta a Roger Taylor (62 anni), il batterista dei Queen (le frequenze del rullante sono micidiali per l'orecchio sinistro) e per Phil Collins (60 anni) completamentesordo da un orecchio. La lista dei musicisti,soprattutto nel Rock'n'Roll, che sono arrivati quasi alla sordità è lunga e in costante aggiornamento..


Il vero motivo del blitz dell'F.B.I contro MegaUpload


Kim Dotcom (MegaUpload): 'Presto accordi con gli artisti stanchi delle major'



(Dicembre 2011)
Al centro di polemiche per un videoclip e una canzone che promuovono in rete il servizio di file sharing MegaUpload (e che la major Universal Music ha cercato di far togliere da YouTube), il vulcanico e discusso fondatore dell'impresa, Kim Dotcom (vero nome Kim Schmitz), ha in serbo altre sorprese poco gradite all'industria discografica. Si tratta, come ha raccontato al blog TorrentFreak che ne ha ospitato un lungo intervento scritto, di due iniziative che riguardano il settore dei servizi "direct to fan", e che sono emerse proprio nel corso della vertenza legale con Universal: Megabox.com, "un sito che presto permetterà agli artisti di vendere le loro creazioni direttamente ai consumatori trattenendo il 90 % dei guadagni", e Megakey, "una soluzione che agli artisti consentirà di ricavare introiti dagli utenti che scaricano musica gratuitamente. Esatto, pagheremo gli artisti anche per i download gratuiti. Il modello di business è stato testato su oltre un milione di utenti e funziona".
Kim Dotcom, che nel suo scritto racconta dal suo punto di vista la diatriba insorta intorno a "MegaUpload mega song", sostiene di essere vicino alla firma di accordi esclusivi con numerosi artisti "desiderosi di abbandonare modelli di business superati". E, nel suo intervento, non risparmia attacchi ai discografici: "Bisogna capire che alcune etichette sono gestite da dinosauri arroganti e superati che sono nel settore da 1000 anni. Questa gente crede che l'iPad sia un prodotto per la cura del viso, che Internet sia il diavolo e che i telefoni a filo siano ancora di moda. Nega le nuove realtà e le nuove opportunità. E non ha capito che i giorni degli imbrogli ai danni del pubblico sono finiti".

Sappiamo tutti com'è finita: MegaUpload oscurato,Kim Dotcom arrestato,miliardi di file cancellati da piattaforme per il filesharing.. Hanno vinto forse una battaglia,ma perderanno la guerra. Questo,è sicuro..