05/06/12

(Falsi e Menzogne) La disoccupazione Creativa di I. Illich riedito


Ivan Illich, Disoccupazione Creativa - 1978 e riedito da Boroli 2005

Il termine crisi - scriveva - indica oggi il momento in cui medici, diplomatici, banchieri , tecnici sociali di vario genere prendono il sopravvento e vengono sospese le liberta'. Come i malati,i paesi diventano casi critici. Crisi, parola greca che in tutte le lingue moderne ha voluto dire scelta o punto di svolta, ora sta a significare: "guidatore dacci dentro!". Evoca cioe' una minaccia sinistra, ma contenibile mediante un sovrappiu' di denaro, di manodopera e tecnica di gestione.

Come non vedere che e' proprio cosi? Creare un emergenza, provocare un pericolo catastrofico (il default, la disoccupazione, la Grecia) per annullare i diritti, ribadire il dominio dell'economia delle impresa e intensificare le forme di sfruttamento,concentrare il potere economico-finanziario. Del resto sono le stesse identiche persone che hanno creato la crisi dai loro posti di comando nelle istituzioni bancarie private che ora sono chiamate a mettere ordine nei conti pubblici. Ma il loro vero obbiettivo e' impadronirsi anche delle casse degli stati,dei flussi fiscali,dei beni demaniali. Quando il mondo e' sovrastato da una montagna di debiti pericolanti,coloro che manovrano il denaro diventano sempre piu' potenti e temuti. I tecnocrati alla guida del sistema finanziario possono giocare a piacimento, con qualche telefonata tra amici, sugli spread, sui tassi d'interesse, sulle valute..mettendo con le spalle al muro prima l'u o poi l'altro governo. L:obiettivo e' garantire comunque che i rendimenti dei capitali siano pagati a sufficienza. Tutto il resto -occupazione, salari, servizi pubblici e alle persone, istruzione, sanita'- non interessa nulla. I possessori dei titoli del debito sono la nuova classe padrona.

E la crescita e' il nuovo falso mito: "La crisi come necessita' di accellerare non solo mette piu' potenza a disposizione del conducente e fa stringere sempre piu' la cinghia ai passeggeri, ma giustifica la rapina dello spazio,del tempo edelle risorse". Tutti sanno che a breve periodo e nelle misure promesse non ci potra' essere (almeno in questa parte del mondo) ma funzione come fattore sociale disciplinante: se non lavori alle loro condizioni, a buon mercato e con sempre meno tutele sei "nemico dell'interesse generale". La crescita e' il nuovo patriottismo che dovrebbe mobilitare le masse nella guerra della competitivita' tra le diverse aree economiche del pianeta globalizzato dal capitale finanziario. Loro (cosiddetti investitori e possessori di titoli) possono muoversi e fare business dove meglio credono,mentre i lavoratori territorializzati sono messi in competizione tra loro. Quindi, la crescita,nuova falsa religione. Non importa sapere cosa dovrebbe crescere, quali produzioni per rispondere ai bisogni umani. L'importante e' costringere con il ricatto dei licenziamenti selvaggi, la gente a lavorare a qualsiasi condizione.. "La crisi invece, puo' indicare la scelta, quel momento meraviglioso in cui la gente, all'improvviso si rende conto delle gabbie nelle quali si e' rinchiusa e della possibilita' di vivere in maniera diversa."

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