05/10/12

I Devo, Malevic e il rock per campeggiatori


DEVO

GERALD CASALE
Bassista/Cantante

Incontrai Alison Krauss e Jeffrey Mill alla Kent State University nel corso dell'estate, e diventammo amici. Quei ragazzi, che furono dipinti come pericolosi sovversivi, erano solamente dei ragazzi liberali svegli che venivano da New York e facevano quello che all'epoca facevamo tutti. Quel giorno stavamo tutti scappando dalla guardia nazionale. Spararono sulla folla e fu solo il caso a decidere chi venne colpito. Jeffrey era più' indietro rispetto a me e Alison era a una decina di metri alla mia destra. Quando furono sparati i colpi la gente iniziò a urlare, ho voltato lo sguardo e c'era Alison stesa a faccia in giù con un buco d'uscita sulla schiena e sangue che scorreva sul marciapiede (...) Lentamente cominciarono tutti a gemere. Sembrava come un canile pieno di cuccioli feriti. Mandò fuori di testa persino quelli della guardia nazionale. Restammo lì per quella che sembrò un’eternità, poi marciammo fuori dal campus e l’università restò chiusa per i successivi tre mesi. Quell'evento mi cambiò. Fino ad allora ero una sorta di hippy. Per me fu un punto di svolta: da quel momento in poi vidi tutto con chiarezza. Tutti quei ragazzi con il loro idealismo, era tremendamente ingenuo. Un solo sparo e il mondo intero cambiò. Drizzarono tutti la schiena e tornarono a casa, si tagliarono i capelli e si misero a lavorare per i loro genitori. Funzionò. Per dirla in altre parole, vinse il male..
Eravamo quasi arrivati dove siamo adesso, in una società feudale e corporativa. Adesso non c’è nessuna reale libertà, solo la libertà del consumatore (...)

Quindi con i Devo l'idea era, invece di lottare in maniera inefficace contro il potere, ne faremo una parodia grottesca?

A tal punto le possibili scelte erano due: o unirsi ai WEATHER UNDERGROUND oppure dare una folle risposta creativa stile Dada. I Devo erano questo.
(...) Avevamo impieghi orrendi per trovare i soldi: il proiezionista in un cinema porno, il consigliere in una clinica del metadone, l'artista grafico per una ditta che forniva materiale per le pulizie: è cosi che trovai le tute gialle dei Devo.Mark scriveva la maggior parte della musica, io scrivevo le parole e preparavo gli spettacoli per il palco e i video...
Akron, era la perfetta casa del dolore, una città industriale e cattiva.
La gente non ha mai saputo quanto abbiano lavorato duro per spingere i Devo fino farli raggiungere una massa critica che li rendesse significativi. Mentre gli altri andavano fuori a ubriacarsi e scopare, noi scrivevamo canzoni e suonavamo, giorno e notte, finche' non siamo diventati bravi (...)

Il procedere a scatti della musica e la maniera spastica con cui i Devo si muovevano..

Guardammo una produzione europea in cui cercavano di rimettere in scena "La vittoria del sole", l'opera costruttivista russa di Malevic. Ci prese davvero - era incredibile, i costumi, l'aspetto del palco, il modo in cui si muovevano le persone. Quelli erano davvero avanti! Intendiamoci, non mi sto lamentando dell'epoca in cui sono cresciuto..ma se avessi potuto vivere in una qualunque altra epoca, avrei scelto l’Europa degli anni venti. Quella pittura innovativa, il teatro, il balletto! Quella gente ha gettato le fondamenta per l'intero ventesimo secolo. Tutte le idee e i temi che avrebbero avuto un ruolo nel resto del secolo, sono loro che li hanno affrontati per davvero (...)

Era divertente la vena di umorismo scatologico dei Devo, umorismo pruriginoso e malato che sembra derivare da un disgusto profondamente radicato nei confronti del corpo umano, a volta con un pizzico di misoginia. Ai Devo piacevano Herry Miller e tutta quell'area della pornografia d'avanguardia..
E' stato incredibile quando Jeff Koons ha fatto quella mostra con Cicciolina..E' come in quella canzone, Closer, dei Nine Ich Nails, sull'avvicinarsi a Dio per mezzo di una pratica intensiva di attività" proibite che tutti sanno essere ovviamente quello che desiderano e di cui hanno bisogno, piuttosto che qualcosa di malvagio. Ma in un mondo messo sottosopra dalla cristianità, si suppone che siano sconcezze. Oppure prive di significato. Nella cultura capitalista ti è permessa qualsiasi cosa, a patto che si elimini il significato del contenuto. Il significato è il nemico numero uno. Se rendi un argomento triviale e insignificante, allora si che ti viene permesso di parlarne.

..Parli di come tutte quelle idee dei sessanta - l'amore, la comprensione, la libertà, l'espressione del se', l'entrare in contatto con le proprie sensazioni più intime - fossero degenerate in una sorta di misticismo ammorbidito.

E' quello che pensavamo. Ci sembrava che nella società dominata dalle imprese l’individualismo e la ribellione fossero obsoleti. Salivamo sul palco vestiti da sfigati che fanno lavori di manutenzione, suonando una musica estremamente precisa, come se James Brown si fosse trasformato in un robot..
Posso solo dire che vorrei che avessimo avuto torto, non riesco a credere a quello che sto vivendo in questo momento. È' una fiera degli orrori. So o vissuto abbastanza da vedere la fine della democrazia. Tra gli interessi petroliferi e quelli militari adesso stanno cercando di toglierci qualunque elemento di vera democrazia, per instaurare una repubblica militare fatta e finita..E' una società' feudale e aziendale in cui gli esperti di televisione della destra sono in grado di manipolare le masse.
Devo Corporate Anthem era la parodia dell'irregimentamento che sembra percorrere i tempi. E' di molto successiva la scoperta che in Giappone gli impiegati iniziano la giornata lavorativa con l'inno dell'impresa. Prendemmo l'idea da Rollerball, il gran film del 1975..

Com’è stato lavorare con Eno nello studio di Conny Plank vicino a Colonia?

E' stato bellissimo. Giocavamo a carte scoperte. E c'era un sacco d'erba.

Avevate una serie di patroni tra le rockstar, come Bowie ed Eno, e sarai sicuramente in grado di vedere quali affinità ci fossero tra loro e i Devo. Ma il fatto che un vostro ammiratore e sostenitore fosse Neil Young sembra davvero improbabile!

E' un tipo davvero strano e complicato. Molto furbo e inquieto. Pensammo: " Oh, oh. Il nonno del rock per campeggiatori ci vuole incontrare. Ma i suoi primi lavori mi piacevano.
(I Devo influenzarono Trans, il controverso album di Young con i sintetizzatori, anche se non vi parteciparono in nessun modo. E infatti è uno dei dischi più brutti in assoluto della storia del rock! N.d.R.)
Una volta si pensava che la musica fosse una maniera di lottare contro il sistema, mentre oggi non sembra un campo particolarmente efficace su cui sfidare una qualunque delle forze malvagie che ci sono nel mondo.
La musica è una prova ulteriore della devoluzione dell’umanità. Mi piace guardare gli Hives, gli Strokes, i Vines.. Però diciamocelo: è come se qualcuno nel campo della pubblicità dicesse: " Facciamo uno spot che sia uguale a quella pubblicità della Dodge del '67". E' irreale. Se qualcuno oggi facesse della musica che avesse il potere trasformativo che gli Who o Hendrix avevano a loro tempo rispetto alla storia della musica, non suonerebbe come niente di quello che sentiamo. Si direbbe: " E questo che cazzo è?". (...) Adesso è come se il rock fosse tutto un muzak, musica commerciale d’infima qualità. E' tutta musica di sottofondo.

MARK MOTHERSBAUGH, Cantante/Tastierista

Fino a quel momento avevamo suonato al ritmo della disoccupazione in Ohio. Fu solo nel '75, quando Gerry guidò fino a New York e vide i Ramones e altri gruppi, che pensammo: " Wow, senti quanto suonano veloci questi". Fu il punk a ispirare la scelta di alzare il livello di un paio di tacche.
I Roxy Music piacevano a tutti noi, a me piacevano gli assoli di sintetizzatore atonali e asimmetrici di Brian Eno. Gente come Keith Emerson e Rick Wakeman mi facevano ridere, cosi vecchi e stanchi. Con loro sembrava di sentire un organo glorificato, mentre per me Eno era questione di essere il tecnico che entra e arriva fin dentro le viscere dello strumento. (...)
Il nostro primo batterista era mio fratello Jim, abbandonò il gruppo per fare l'inventore e finì per creare una delle prime batterie elettroniche della storia.
L'apice della passione per i Devo in Inghilterra arrivò nell'estate del '78 al gigantesco festival di Knebworth, con il gruppo che suonava di fronte a migliaia di appassionati di rock tradizionale.
Fummo accolti..selvaggiamente. Cominciarono tutti a tirare oggetti e prendersi a botte. Eravamo stati infilati tra i Jefferson Starship e i Genesis, e facemmo incazzare un sacco di gente che era lì per i Genesis. In qualche modo c’eravamo fatti convincere a suonare a Knebworth, non avevamo tecnici. Quando arrivò il nostro turno preparammo l'equipaggiamento, indossammo le nostre tute e facemmo il nostro set. Poi ci precipitammo giù dal palco, ci mettemmo addosso le uniformi da roadie, tornammo su,’ e sfasciammo l'equipaggiamento..

Le interviste sono tratte da 
Totally Wired, Post punk. Dietro le quinte,
di Simon Reynolds. - Isbn




Devo Live




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