23/11/12

Burroughs - Veneziani: E se la musica fosse omosessuale?

Il vero Blade Runner

Il cult di Ridley Scott prese il titolo da un progetto di W. Burroughs, che nel 1979 aveva scritto la sceneggiatura omonima. Ricompare ora in libreria: BLADE RUNER. UN FILM. (Mimesis - pp.82 - euro 8).
Blade Runner è colui che corre sul filo del rasoio. Nel gergo della malavita è un corriere che trasporta "qualcosa" (d’illegale). A R. Scott piaceva molto e, anche se nel romanzo di Philip K. Dick non ce n'era traccia, chiese a Burroughs il permesso di usarlo. Era già il titolo del romanzo di Alan Nourse del '74 pubblicato in Italia da Urania con l'infelice titolo di Medicorriere..
Nella sceneggiatura, a dir poco lisergica, l’umanità è in pericolo per la diffusione di un virus sessuale, il B-23, che sembra anticipare profeticamente l'Aids, capace di scardinare i nessi temporali dell'universo. Al centro, vaghe accuse al capitalismo della medicina, che insieme alla droga e al linguaggio, altera le menti. Tra sperimentazione e paranoia, mercato nero dello sperma e pillole dell’Amazzonia, siamo in pieno Burroughs.. Tra i tanti prestiti operati dal cinema e dalla musica, oltre al Pasto Nudo di Cronenberg, l'etichetta HEAVY METAL viene dal personaggio di Heavy Metal Kid ne La Morbida Macchina, il nome della band Steely Dan dal vibratore del Pasto Nudo, mentre tutto il Diamond Dogs di Bowie viene dai Ragazzi Selvaggi, scritto interamente con la tecnica del Cut Up. Burroughs scrisse il libretto per The Black Rider, un'opera post moderna con la regia di R. Wilson e le musiche di Tom Waits. E ancora, i Soft Machine di R. Wyatt e D. Allen, Lou Reed, N. Cave, Bob Dylan, Jagger e Richard, J. Cage, p. Glass, F. Zappa, Devo, P. Smith, L. Anderson, Blondie, Sonic Youth, Kurt Cobain..



Dopo l'intervista rilasciata alla rivista Rolling Stone nel 1972 e le conversazioni con D. Bowie e Craig Copetas del '74 pubblicate sempre su Rolling Stone, Burroughs uscì dal cosiddetto underground per diventare una sorta di padre spirituale per molti movimenti musicali: sessantenne, si ritrova a diventare un'icona per le nuove generazioni di musicisti di rock'n'roll e tiene addirittura una rubrica sulla rivista musicale "Crawdaddy". E il Bunker, il piccolo appartamento preso in affitto a New York ospiterà tutta la N.Y. alternativa del periodo. Siamo nella N.Y. dura e spietata degli anni settanta, lontani anni luce dalla generazione dei fiori e della pace del decennio precedente. La Beat Generation, con cui Burroughs viene spesso erroneamente accomunato, è agli antipodi dell'estetica e del credo del nostro; Burroughs stesso dichiarò: "Ero amico di alcuni dei Beat, ma sia i miei metodi di scrittura che l'approccio in generale erano assai diversi dai loro. Io non credo alla non violenza; le persone al potere non si autodepongono, nessuno manda fiori ai poliziotti se non tirandoli dalla finestra e dentro un vaso.."

James Grauerholz - Musicista, scrittore, produttore, manager di William Burroughs, cantante, chitarrista: Tank Farm
 In quei giorni vivevo al Bunker, il loft al 222 della Bowery di proprietà di John Giorno, che era diventato l'abitazione di W. Burroughs a New York City. Avevo avuto una storia con William, e quando la storia finì cominciai a lavorare per lui. A quel tempo però, William non era molto famoso. Voglio dire, era sempre il William Burroughs famoso in tutto il mondo, ma soltanto una piccola minoranza sapeva chi fosse in realtà. Era sempre molto rispettato, ma le sue opere erano andate fuori catalogo. Iniziai cosi a vedere me stesso un po' come l'impresario di William. Verso la fine de 1975 andavo spesso al Phoebe's, che era il locale preferito degli irriducibili della cosiddetta scena teatrale off-Broadway, un ristorante situato proprio dall'altro lato della strada rispetto al Bunker. Il Phoebe's era un vero e proprio punto di riferimento. Nel breve tragitto dal Bunker al Phoebe's cominciai a vedere che su una serie di lampioni c'erano attaccati dei manifesti che dicevano: STA ARRIVANDO PUNK! Mi piacquero moltissimo e sin dalla prima volta che vidi quella scritta, pensai: " STA ARRIVANDO PUNK!" Che diavolo sarà mai? Una band o cosa? Già il termine "Punk" mi piaceva da matti, mi sembrava un modo ironico per indicare un giovane, insignificante pezzo di cacca. Fra l'altro, in La Scimmia sulla schiena di William Burroughs c’è una grandissima scena in cui William e Roy, il marinaio, stanno derubando gli ubriaconi in metropolitana quando arrivano questi due giovani punk. Quando i quattro s'incrociano, i due ricoprono Roy d’insulti e Roy dice: " Quegli stronzi punk credono che sia uno scherzo. Non la penseranno così dopo essersi fatti cinque e ventinove in carcere". Sai, inteso come cinque mesi e ventinove giorni. Capii quindi che la parola Punk arrivava direttamente dalla vita e dalle opere di Burroughs. Allora dissi:" Dobbiamo mettere insieme queste due cose per il bene comune". Ed è quello che feci. William Burroughs:" Ho sempre pensato che un punk fosse uno che lo prendeva in culo.."

 Ed Sanders - Poeta, musicista,cantante, scrittore, produttore, fondatore dei Fugs, proprietario del Peace Eye Bookstore, editore negli anni '60 di Fuck You!, A Magazine of the Arts attivista politico radicale
"I Punk mi ricordavano gli armadilli: gente che vestiva una specie di armatura per proteggersi dai tentacoli dell'iridio che cercano di afferrarli. Una cosa del tipo l'apocalittica-fine-del-mondo-e'-prossima-e-allora-avanti-io-sono-pronto, alla Gary Gilmore. Del tipo:" Visto che se deve succedere, allora forza, sono pronto, vomitatemi addosso, non c’è problema, sono lavabile". C'era qualcosa di individualmente apocalittico nel punk, un’apocalisse personale, un indurimento. La cultura da cui sorse il punk mi ricorda quell'opera di Bertold Brecht, Ascesa e caduta della città di Mahagonny, dove se sei ricco puoi fare quello che ti pare, ma se non hai soldi allora sei solo un criminale, la feccia, uno scarto. E l'ambiente dal quale è emerso il punk mi ricorda anche il set del film Blade Runner, uno stile di vita duro, minaccioso, nel quale si sentono i tamburi del destino. Solo che non sai se sono i tamburi del destino o solo qualcuno che canta la sua canzone. Ma il suono di quel tamburo è sempre in sottofondo, incessante."

James Grauerholz  -
"Il figlio di Burroughs, Billy, morì nel marzo del 1981. E a partire dall'estate del '78 William aveva ricominciato a farsi di eroina sia per colpa del suo soggiorno a Boulder che degli interventi di trapianto di fegato di Billy, e perché' frequentava i punk di Boulder che, come un sacco di altra gente, impazzivano all'idea di dare dell'eroina a William Burroughs. Era proprio uno sballo per loro, se la tiravano un sacco. "Mi sono fatto una pera con Burroughs!" Voglio dire, era proprio il massimo: come dire che il papa ha officiato una messa privata solo per te, mi spiego? E quando William tornò a N.Y. la gente non faceva altro che offrirgli eroina. Una situazione che dava i brividi. Era chiaro che William mi stava nascondendo qualcosa ed era completamente fuori uso. Era sempre più o meno in orbita. E la cosa peggiore dei tossici è che sono..noiosi: stanno lì seduti e non fanno che parlare di droga. Come se ci fosse qualcosa da dire in proposito. Tutti andavano da lui e tutti non desideravano altro che farsi assieme al Dio della Droga, perché' è così che lo vedevano. Era diventato un autentico fenomeno da baraccone.. Alla fine l'affitto del bunker venne aumentato da 375 a 750 dollari, così William decise di trasferirsi anche lui nel Kansas."
da Please Kill me, Legs McNeil / Gillian McCain



E SE LA MUSICA FOSSE OMOSESSUALE?
Un'intervista di Antonio Veneziani

Ottobre 1970: a Londra pioveva e la nebbia si tagliava con il coltello. Avevo seguito il mio amico, e a tratti amante, Marco, musicista  mediocre ma ottimo pittore. In un pub mi presentaronu un
signore dal viso scavato e dagli occhi di brace: William Burroughs. Avevo lettn tutti i suoi libri. Ne conoscevo interi brani a memoria. Non riuscii a proferire parola, ero completamente bloccato, provate  voi a trovarvi davanti un mito! Lo rividi altre votle, una sera mi parlò dell’Italia. Per imperscrutabili vie diventammo amici. Alle soglie degli anni Ottanta, clurante il Festival di Castelporziano, lo intervistai. Alcuni brani di quella conversazione finirono sul quotidiano Report e sul settimanale Ciao 2001. Del Festival di Castel Porziano (1 979) William Burroughs parla, in modo ispirato, nel suo libro Il gatto in noi. Fu a Ostia che, seduti in un bar, con un magnifico boy, raccontò a Dario Bellezza, a Renzo Paris e a me, che occhieggiavo spudoratamente il ragazzo, del suo animismo, e non era né posa né provocazionc, posso assicurarlo. Lo intervistai di nuovo, altre volte. ll mio timore reverenziale si era un pò allentato. Quello che mi ha sempre sconvolto in lui é che aveva attraversato la morte senza diventare un cinico.
1982: In italiano era stato appena stampato La città della notte rossa, di cui Christopher lsherwood aveva scritto: "Questo romanzo é un capolavoro e Burroughs é uno dei maghi piu illuminati del
nostro tempo". L'intervista fu pubblicata sul mensile Il Bando.
Di quel pomeriggio e di quella sera ricordn un vagabondo, un anarchico, uno scrittore, un animista, un omosessuale, un tossico, una persona autentica che combatteva contro il demone della morte senza infingimenti e senza scantonamenti. Del resto proprio lui aveva detto "La funzione del poeta é quella di renderci consapevoli di ciò che sappiamo senza rendercene conto".

Cos’é per William Burroughs la musica, vista che con lei hai sempre avuto an rapporto privilegiato?
La musica é respiro. L'a musica é cibo. La musica è sesso. La musica è parola. La musica è libertà. La musica é vita. Senza musica non c’é esistenza, in fondo la vita nasce da elementi che si incontrano e
si scontrano, dunque la vita nasce dalla musica e origina musica.
Il tuo cut-up é musica?
Se vogliamo spingerci cosi avanti facciamolo pure. Per me é un procedimento lavorativo molto preciso e a suo modo anche rigido che mi fa allargare il fisico e dunque lo scritto e che mi fa collegare passaggi incollegabili convenzionalmente.
In una intervista al Paris Review dicevi: “La droga crea una bramosia di immagini, parafrasandoti, la musica crea una bramosia di suoni?
In un certo senso si, la droga crea bramosla di immagini perché elimina qualsiasi connessione, forse la musica crea bramosia di suoni perché permette una destrutturazione strutturata del tappeto ondivago che é il suono. E poi droga e musica spesso camminano appaiate, non credi?
Mi permetti di dire che i molti iibri sono spesso costruiti sulle dissonanze?
Interessante quello che affermi. C'é un fondo di verita. Quello che mi ha sempre interessato é la liberta che c'è nelle dissonanze. Mi è sempre piaciuto che la pagina fosse un costringere libera-
mente, ovvero un instradare le parole in una nuova partitura che è poi la pagina. Fondamentale è il tono, senza ombra di dubbio. La scrittura diventa cosi una partitura di parole, dove il respiro del
corpo e quello della mente si muovono insieme, proprio come la buona musica, senza niente di scontato.
Certe immobilità meravigliose di scrittura, penso soprattutto al Pasto Nudo, Junkie e Le città della notte rossa, si avvicinano al Silenziohnzio"di John Cage...
Se intendi che John costringe suoni consueti in una struttura musicale e li porta fino alle conseguenze estreme, condivido.
Quando alle droghe, ti ricordi la prima volta che hai fumato marijuana?
’La marijuana fino a1 1937 si poteva comprare nei bazar e nelle sale da biliardo, non c’erano leggi federali contro di essa. Erba favolsa, veramente stupenda. La miglior roba che abbia mai maneggiato, mi disse un tizio. La comperai, la fumai solo soletto in camera mia. Mi fece un effetto terrificante. Sballai in modo bestiale. Che botta ragazzi!
Una volta hai dichiarato che di alcune droghe andrebbe vietata persino la costruzione (vedi l'anfetamina), la pensi ancora cosi?
Certo. L'anfetamina non serve a nulla, neppure in medicina, uno specialista dell'argomento mi ha spiegato che l'anfetamina solo in rarissimi casi può essere usata a scopo terapeutico.
E dell'eroina che pensi?
Non c’e differenza fondamentale tra morfina ed eroina. Solo che quest’ultima è qualitativamente più forte. Naturalmente l'eroina dovrcbbe essere usata per scopi medici e stanno studiando la possibilità di legalizzare la fabbricazione di eroina perché è un antidolorifico più potente e meno nauseante della morfina. Se poi con questa domanda tu intendessi altre cose, insisto sul fatto che è un problema sanitario e non poliziesco.
Un amico comune, Peter Orlowski, mi ha detto che in un libero mercato la droga più venduta sarebbe quella che fa fare all 'amore di più e meglio, tu che ne pensi?
Non credo che sarebbe cosi. Perché la droga più venduta in qualsiasi mercato è proprio quella che rende il sesso non necessario e cioè l’eroina. In un mercato libero l’eroina cancellerebbe la
marijuana, che invece funziona bene per il sesso. Alla gente il sesso non piace, desiderano liberarsi dal sesso, non coltivarlo. La vita sessuale é terribilmente insoddisfacente. Hanno accanto una moglie che li attirava tren'anni fa, è spaventoso, certo, ma é cosi.
Dato che l’eroina libera dà questa spinta è quello che la gente cerca. Peter si riferiva certamente a una società libera.
Il fatto che tu sia sempre stato, persino nel gruppo dei beats, un differente, in più l'omosessualità, la droga, le lotte antinucleari, l'anarchismo ti hanno aiutato o danneggiato per il successo?
Perché, ho avuto successo?
Secondo te la difesa dei diritti omosessuali é anche la difesa dei diritti, più in generale, della civiltà?
Certo, ritengo che il Movimento di liberazione gay, la sospensione di certe censure, nuovi elementi culturali, una certa apertura di mentalità siano fattori di enorme importanza. Però, se molti giovani oggi accettano senza problemi l'omosessualita, si deve proprio al Movimento gay.
Prima, quando parlavi di vissuto e di immaginario gay pensavi a certe descrizioni carnali e spirituali che stanno ad esempio in Le citté della notte rossa e allo splendido capitolo espunto da questo libro e uscito nella rivista The Poppling...
Sei preparatissimo. Comunque oggi visto che tu hai portato La città della notte rossa vorrei citare una frase del capitolo L'inconscio imitato da un cheesecake:"Adesso Whitey è in piedi con il cappio al
collo, il bacino spinto in avanti, ii cazzo quasi duro, le pupille a capocchia di spillo. La piattaforma cade e lui è li appeso a eiaculare e una vampata di luce gli balena fuori dagli occhi". Oggi mi viene
in meme questa frase ma tra un ora, domani, magari citerei altro..

Intervista da W. Burroughs - Rock'n'Roll Circus

PS:
La differenza fa paura. Rimette in discussione quello che si conosce, o che si pensa di sapere, spingendoci a rifiutare tutto ciò che è "altro" rispetto a noi, ai nostri codici, alle nostre abitudini. Ecco perché' tutti coloro che non si conformano alle aspettative diventano poi dei veri e propri capri espiatori, oggetti d’insulti e di linciaggio, di una violenza spesso inaudita. Lo chiamavano frocio, diventato fenomeno di baraccone solo perché' diverso dagli altri, solo perché' non corrispondeva ai canoni della virilità. E' morto così Andrea, romano, suicida a quindici anni, ucciso dai pregiudizi e dall'ignoranza..Era omosessuale? Probabilmente sì. Ma la vera questione è che era trattato come un "frocio", quello che resta ancora, in Italia più che altrove, l'insulto per eccellenza.. 


Antonio Veneziani 
L'afflatto delle rovine d'ottobre  svanisce tra le nuvole sfumate
Ai miei sogni si mescola il fetore degli amici morti   
Si consumano come baci applicati a fogli volanti  le alchimie del pianto   
E' un diario senza vendette  ma purtroppo testimonia
il già saputo  e non basta  il terrore nell'occhio  sospendere le grida
di chi se n’è andato
 
Castel Porziano, Ostia (Rm). Il giorno dopo il raduno dei poeti
.



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