05/07/13

Datagate, l’Europa e il discorso dello schiavo

Riscrivere la storia di Emma Bonino sarebbe inutile, noioso e assolutamente di poco interesse. Gli internauti però sono scatenati. Bonino "massone", (ex) membro di quel ristretto gruppo di "vampiri" che è il gruppo Bilderberg, sionista, radicale e quindi voltaggabbana per eccellenza. Mascherata da difensore dei diritti civili (ma come si fa, senza vergona, a braccetto con gente come Gasparri, Storace..) la sua candidatura aveva già regalato la regione Lazio alla disastrosa Polverini. Non contenti, con neanche l'uno per cento di consensi viene nominata ministro degli esteri. E da questa poltrona tuona patetica: niente asilo a Snowden, abbiamo fiducia negli alleati americani. Patetica. Ridicola. Per non parlare dell'ignobile comportamento sull'incredibile atto di pirateria internazionale,  il dirottamento dell'aereo del presidente della Bolivia Evo Morales, (di cui la Bonino neanche mezz'unghia..) e la negazione del nostro spazio aereo (insieme a Francia e Portogallo) all'ingresso, legittimamente richiesto, dell'aereo del presidente Morales, per il sospetto che a bordo ci fosse la "talpa" Snowden. Naturalmente il ministero diretto dalla Bonino non commenta e non smentisce, in perfetto stile Cia.
Detto questo è davvero avvilente il servilismo degli stati occidentali davanti all'arroganza della principale potenza imperiale, gli Usa. E aggiungiamo che a Edward Snowden, (come a Julian Assange)  non solo si dovrebbe dare asilo, ospitalità e protezione, ma fargli una statua, per l'impegno e il coraggio con cui ha rivelato al mondo come gli Stati Uniti spiino tutte le comunicazioni possibili e immaginabili, anche tra i propri alleati, servendosi del super  programma Prism. E magari affidargli incarichi di governo, con la speranza che  personaggi come la Bonino spariscano dalla vita politica di questo paese e dalla scena pubblica.. definitivamente..


Datagate, l’Europa e il discorso dello schiavo
F. Mastrogiovanni |
C’è un aereo presidenziale su cui vola un presidente di una democrazia amica dell’America latina. Sta viaggiando per i fatti suoi sopra l’Europa quando scopre che non può sorvolare l’Italia, la Spagna, la Francia e il Portogallo. Dicono che non può farlo perché a bordo del suo aereo presidenziale, che in quanto tale gode di totale immunità, soprattutto se al suo interno viaggia il presidente stesso, nel caso della nostra storia Evo Morales, presidente della Bolivia, potrebbe essere nascosto un giovine accusato di un delitto in un altro Paese.
Questo aereo presidenziale diretto a casa, la Bolivia, è costretto a fare scalo (uno scalo obbligato di 14 ore) nell’aeroporto di Vienna, in Austria, unico paese che gli consente di atterrare. Non c’è alcuna ragione per la quale quattro paesi europei, sovrani, debbano impedire a un capo di stato amico, in tempo di pace, di sorvolare il loro suolo o attraversare il loro spazio aereo. Si vocifera però che il presidente andino ospiti a bordo del suo jet un pericoloso criminale ricercato in tutto il mondo per aver svelato che il governo del suo Paese, gli Stati Uniti, ficca il naso nella privacy di mezzo mondo. Va bene, allora dicevamo non c’è nessuna ragione tranne la cessione di sovranità a un Paese terzo, in questo caso gli Stati Uniti. È interessante osservare come governi europei, di fronte a un atto illegale, la violazione della privacy da parte di organismi statali statunitensi anche a danno di istituzioni e di cittadini europei, preferiscano mettersi al servizio del Paese che commette l’illecito piuttosto che al servizio delle vittime (in questo caso degli stessi cittadini europei). È bizzarro osservare come si preferisca incrinare rapporti diplomatici con paesi amici e violare accordi internazionali per obbedire agli ordini di qualcun altro, che ha già dimostrato in che considerazione tenga i suddetti popoli europei. Non ci si deve meravigliare che le spie facciano le spie, che lo squalo faccia lo squalo, che il più forte detti le regole e che il subalterno (o cane da guardia) le esegua, anche contro se stesso, nel più classico cliché del discorso dello schiavo. Fa sorridere invece la grottesca indignazione che i membri del governo italiano mostrano nei confronti degli Stati Uniti, quell’indignazione di facciata di chi non conta nulla (e lo sa) e che ormai viene espressa addirittura contro voglia, senza nemmeno cercare di convincere l’audience. Vedere Emma Bonino, tenace ministra, una vita spesa da paladina dei diritti umani, che oggi appare sotto tono nel tentativo di difendere l’indifendibile. Battuta miseramente sul suo stesso campo. Rimaniamo pazientemente in attesa di vedere cosa si inventeranno i rappresentanti della nostra patria e della nostra bandiera, oltre a bandire l’espressione “Italia paese di merda”, considerata da oggi vilipendio, per difendere il nostro onore, il nostro suolo patrio e i nostri sacri valori.


Reporters senza frontiere e Julian Assange in favore di Edward Snowden

Il direttore di Reporters sans frontières Deloire Christophe e il fondatore di WikiLeaks Julian Assange hanno firmato un editoriale su Le Monde, chiedendo all’Unione Europea di proteggere Edward Snowden.

“Il 12 ottobre 2012 il premio Nobel per la pace è stato assegnato all’Unione europea per ‘il suo contributo alla promozione della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa’. Ora l’Europa deve essere all’altezza e dimostrare il suo impegno nella difesa della libertà di informazione, indipendentemente dai timori di pressioni politiche da parte del suo ‘migliore alleato’, gli Stati Uniti”, scrivono su Le Monde Assange e Deloire.
Gli stati membri dell’Unione europea, soprattutto la Francia e la Germania, devono riservare la miglior accoglienza possibile a Edward Snowden, secondo i due attivisti. “Gli Stati Uniti rimangono uno dei paesi al mondo che più di altri portano avanti l’ideale della libertà di espressione, ma il loro atteggiamento verso chi rivela delle informazioni riservate è chiaramente in contrasto con il primo emendamento della loro costituzione”.
“Gli informatori come Edward Snowden sono stati definiti dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa come ‘persone che divulgano informazioni riservate o segrete, nonostante il loro impegno, ufficiale o meno, a tutelare la riservatezza o di segretezza’ e una risoluzione del consiglio d’Europa ne ha previsto la difesa in caso di buona fede”, prosegue la lettera.
Le rivelazioni di Edward Snowden hanno un chiaro interesse pubblico, secondo Assange: “Le informazioni che ha diffuso hanno permesso a giornali come Guardian, Washington Post e Der Spiegel di fare luce su un sistema di sorveglianza che controlla decine di milioni di cittadini. Se i paesi europei dimenticheranno i loro princìpi e il motivo dell’esistenza stessa dell’Unione europea però, quest’uomo resterà bloccato nella zona internazionale dell’aeroporto di Mosca”.
“I leader statunitensi dovrebbero capire l’evidente contraddizione tra i loro discorsi sulla libertà d’espressione e il modo in cui si comportano. I membri del congresso devono essere in grado di combattere gli abusi del Patriot act, riconoscendo i legittimi diritti degli uomini e delle donne che lanciano l’allarme della libertà d’espressione. La legge Whistleblower Protection Act, che protegge gli impiegati del governo che denunciano illeciti, deve essere modificata per assicurare una protezione efficace agli informatori che agiscono nell’interesse pubblico. Un interesse completamente diverso da quello che intendono i servizi segreti”, conclude la lettera.

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