21/01/14

Not Fade Away: Buddy Holly


Buddy Holly è stato nel rock and roll solo per pochi anni, (solo tre album nella sua carriera) ma la quantità e la ricchezza di materiale che ha registrato in quel poco tempo ha avuto un impatto notevole e duraturo sulla musica popolare. Mi è sempre piaciuta la sua immagine di liceale occhialuto e sorridente, l'esatto opposto dell'immagine ribelle dei primi rockers, la sua musica, le sue facili melodie accattivanti, tutte da fischiettare, mi fanno star bene, mi mettono sempre di buon umore e amplificano il mio..lato romantico. Buddy è stato il primo a suonare stabilmente con la lineup ormai standard di due chitarre , basso e batteria, oltre ad avere grandissima influenza su gruppi diventati poi famosissimi: pensiamo ai Rolling Stones, che fecero di Not fade away di Buddy Holly uno dei loro primi grandi successi. Buona lettura (e ascolto)


Dodici anni e cinque mesi dopo la sua morte, avvenuta nel 1959, il 3 luglio venne dichiarato Buddy Holly Memorial Day, nella città natale di Lubbock, Texas. Holly, i Big Bopper (che avevano appena avuto uno strepitoso successo con Chantilly Lace) e Ritchie Valens (Donna) morirono durante una tempesta di neve, schiantandosi durante l’atterraggio con il loro piccolo aereo. Secondo le notizie dei giornali, Holly aveva deciso di fare un salto a casa durante la tournée per cambiare la biancheria. L’improvvisa morte di Buddy Holly alla giovanissima età di 21 anni, dopo una breve ma folgorante scalata al successo, fece nascere un culto per il personaggio simile a quello per il defunto James Dean. Norman Petty, produttore dell’artista, scovò nastri che Holly aveva inciso privatamente quando ancora era studente e li pubblicò, con l’accompagnamento di un gruppo chiamato Firebirds. L’effetto spettrale delle dozzine di ristampe postume che apparvero su etichetta Coral, non aiutò a smentire ma rafforzò la credenza dei più fanatici seguaci secondo cui Holly era vivo e si nascondeva nel New Mexico; fu abbastanza facile per gli adoratori del mito trovare messaggi “ nascosti” in canzoni come That’ll Be The Day (That I Die),
<< Quello sarà il giorno (della mia morte) >>.

Nato nel settembre 1936, nella fertile regione musicale del Texas, Charles Hardin Holly partecipò a un concorso per voci nuove all’età di cinque anni e a tredici, in compagnia dell’amico Bob Montgomery, formò un duo e incise un disco intitolato Western Pop. Dopo una breve permanenza senza successo a Nashville, come musicista di studio in qualche disco degli Everly Brothers, portò dei nastri registrati in casa a Norman Petty, ai suoi studi di Clovis, New Mexico, e li iniziò realmente la sua carriera. Sulle prime, Holly e il suo complesso, i Crickets, pubblicarono dischi in stile ‘country and western’ , come Modern Don Juan, che fecero fiasco. Fu solo quando Petty cominciò a registrare Holly come artista solista e i Crickets come gruppo a parte, con Holly cantante, che improvvisamente si cominciarono a vendere due milioni di copie per disco; cosi gli exploits solistici di Words Of Love e Peggy Sue (su etichetta Coral), cosi That’lI Be The Day (Thai I Die), Maybe Baby, Oh, Boy e Not Fade Away, eseguiti dai Crickets (su etichetta Brunswick). Altre Canzoni dell’artista, Peggy Sue, Peggy Sue Get Married e (Annie’s Been Working) The Midnight Shift son giochi innocenti e velate allusioni alla spudorata serie di Annie, di Hank Ballard and the Midnighters, ricca di esplicita sessualità. I gruppi britannici furono i primi a far conoscere Holly e un’intera generazione di musicisti inglesi ne restò contagiata. Nella sua tournée inglese del 1958, con i Crickets, Buddy non solo si esibì in prima persona ma presentò al pubblico Little Richard, Bo Diddley e Chuck Berry. In quell’occasione, di fronte ad un pubblico letteralmente ipnotizzato, l’artista seppe dimostrare che un cantante bianco dai modi educati poteva cantare il blues della gente di colore e farlo in maniera originale.

Tra il pubblico dei suoi concerti c’erano John Lennon, Paul McCartney e Eric Clapton (che più tardi avrebbe impiegato due dei Crickets, Jerry Allison e Sonny Curtis, come musicisti d’accompagnamento per il primo album solistico). Sei anni dopo, gli Stones e una moltitudine di controfigure dei Crickets avrebbero ripreso il nitido, schietto stile di Holly e l’incisivo ritmo della batteria per farne la base di personali versioni. Non a caso, il primo disco di grande successo degli Stones, Not Fade Away, era un brano di Holly; e anche nell’aspetto esteriore, Jagger ricordava l’artista dei tardi anni ’50. Con ogni probabilità, Holly fu notevolmente influenzato da Elvis ma fu la sua immagine vulnerabile a porlo in un posto a parte nel mondo dei tipici cantanti rock. Entrava in scena tranquillamente e pure la sua voce era tesa, come se stesse cantando a denti stretti. C’era calma, in superficie, ma il docile aspetto da Clark Kent con occhiali, giacca e cravatta sembrava nascondere qualcosa, qualcosa che un giorno si sarebbe rivelato..




Nessun commento:

Posta un commento