14/09/16

Ian Astbury: Hidden City. Mai stato una merce da vendere

Ian Astbury ha suonato in gruppi rock da quando era un adolescente, ma davvero ha poco senso identificarlo solo come un semplice musicista. Il frontman dei The Cult somiglia più a un viaggiatore, impegnato a esplorare il perimetro delle esperienze umane interiori, trovando il veicolo per i suoi viaggi proprio attraverso la musica. Astbury non ha mai voluto una vita da musicista " in carriera". Ora vive a Los Angeles, con la moglie Aimee Nash, che milita nei The Black Ryder.

"Non ho voglia di avere un tipo della A & R (la casa discografica, ndr) che mi deve dire quello che devo fare, non ho mai voluto diventare una merce da vendere."

Ha scelto l'avventura, invece. Un avventura che lo ha visto per decenni alla guida dei Cult, originariamente Death Cult, capaci di un capolavoro come “Love”, e nonostante tutto un disco di culto, come la band del resto, che non è mai riuscita ad essere annoverata tra le vere grandi band della storia del rock.
I Cult hanno pubblicato il loro decimo album in studio, Hidden City. Anche se ci sono stati degli intoppi che hanno portato Astbury a lasciare la band un paio di volte nel corso degli anni - è stata un esperienza intensa e gratificante, la longeva collaborazione con il chitarrista Billy Duffy. Poche settimane prima della pubblicazione di Hidden City, Astbury si stava riprendendo dalla morte di David Bowie, una figura che ha sempre descritto come la sua "stella polare". Oltre al nuovo disco e a alcune esperienze di pre-morte che ha avuto e che, afferma, sono state "altamente educative", ha descritto l'immensa eredità che Bowie ha lasciato e di come averlo incontrarlo negli anni '80 abbia contribuito al suo percorso di artista: ancora oggi considera il Duca Bianco di fondamentale importanza.

Hidden City è stato registrato in gran parte a Los Angeles, in vari studi - per lo più al Boulevard. In precedenza di proprietà del direttore di Liberace, la band ha trascorso tre mesi in questo studio. Il titolare ora è un devoto di John Lennon e un collezionista di tutto il materiale dell'ex Beatles. LA può essere abbastanza frenetica con il traffico e quant'altro, e a detta dei Cult è stato bello registrare in questa specie di oasi.
E Hidden City è davvero un gran bel disco, pieno di hard rock di altissimo livello, grintoso e riconoscibile, ma non solo. C 'è quasi un ritorno alla vecchia new wave degli esordi, a quell'oscurità passata a tratti malinconica e sognante.

Una cosa che Ian sapeva prima di varcare la porta per le sessioni dell'album era che voleva un pianoforte. Ha sentito che era il momento del pianoforte. Tutti i musicisti che ha amato hanno usato il pianoforte. E' uno strumento centrale, che si tratti di Bowie o di [Ray] Manzarek (ex Doors). Il piano è un nucleo. E i Cult sono essenzialmente un gruppo rock, con la chitarra come strumento principale, che è capace di arrivare e farti ottenere solo una parte di certi "sentimenti". Ma il piano ha una qualità ultraterrena per questo. Ti siedi, solo con un pianoforte e una voce, e il gioco è fatto. I Cult per questo lavoro volevano qualcosa che non era loro così familiare, come le chitarre elettriche. Sono partiti da questa convinzione, e subito le cose si sono messe in moto. "Sound and Fury" è venuta fuori quasi immediatamente, come anche parti di "Birds of Paradise". Dopo averle ascoltate possiamo dire che tutte e due le canzoni sono comunque in sintonia con il sentimento del disco, o almeno con la visione che i Cult avevano quando sono entrati nello studio per registrare. I Cult sono nati dalla collaborazione tra Ian e Billy, quindi tutta la musica del gruppo riflette questa polarizzazione. Billy ha in testa una melodia di chitarra, a volte solo un riff-driven, Ian compone il testo e la interpreta con la sua consueta energia. Ian comprò "Life on Mars?" di Bowie quando aveva probabilmente nove anni e il pianoforte che rende la canzone così intima lo ha perseguitato per anni. Anche per Ian David Bowie è stato qualcosa nella sua vita fin da quando era un bambino. Qualcosa di abbastanza profondo. E 'stato così per un sacco di gente. Fin da quando eravamo adolescenti, l'idea che lui potesse un giorno non esserci più sembrava impossibile. Anche per Ian è stato uno shock.

BOWIE
<< Era una sentinella, esplorava la condizione umana - lo spirito. Sono cresciuto con David Robert Jones. (vero nome di David Bowie ndr.) Era mio padre, il padre di molti di noi. Egli ha formato le nostre coscienze, le nostre credenze spirituali, i nostri codici nell'abbigliamento, le nostre filosofie di vita. La prima volta che l'ho visto [Bowie] era l '83, o l'84. Ho avuto la possibilità di incontrarlo - i Cult hanno aperto per lui nel '87 al Racecourse di Parigi, il Glass Spider Tour. Wow! E' stato uno spettacolo. Abbiamo suonato per circa 80.000 persone, e io ero solo un ragazzo di 24 anni. L'album Electric era appena uscito. Mentre suonavamo lui era lì, a guardarci accanto al palco, ridendo. Dopo ho trascorso del tempo con lui. Era così incredibilmente presente e curioso. Stavo parlando con David Bowie. Ho parlato con una persona che parlava di me come una persona ed era veramente interessato a quello che erano i miei pensieri, ai miei sentimenti e alle mie idee. Così abbiamo avuto questa bella conversazione. Non dimenticherò mai.
L'ho incontrato poi in diverse altre occasioni, ed è stato molto importante per me: a quell'epoca i media britannici erano molto duri con la band, e soprattutto con me. Forse per le cose che dicevo, per i miei interessi, tipo la spiritualità dei nativi americani. Ed eccomi qui, a suonare con Bowie. Lui mi ha fatto sentire che ero nel posto giusto, sulla strada giusta. E 'stato veramente sorprendente. >>

PRE-MORTE
<< Ho avuto diverse esperienze di pre-morte. Sono state molto profonde e altamente educative. Essere in Himalaya in una tempesta, con la neve che ti arriva fino alla vita, l' ipotermia e il mal di montagna in una regione dove è ben documentato che le persone muoiono senza la giusta attrezzatura. Era alla fine degli anni '90. Volevo raggiungere il Tibet attraverso il Nepal. In realtà è stato il peggior inverno registrato in Tibet. Hanno perso qualcosa come l'80% degli allevamenti di yak. Le condizioni meteorologiche possono cambiare molto rapidamente, e senza alcun riparo ... Se ci fossimo fermati, saremmo morti. Non c'è alcun dubbio. Ma in quelle situazioni, sperimenti la profondità dell'essere - quanto sia davvero preziosa la vita. Molti giovani artisti sono caduti a pezzi. Perché ? Mi piace essere in un gruppo di artisti e pensatori, persone che lavorano per una prospettiva più illuminata della condizione umana. Questo mi interessa veramente. Ovunque questo si può fare. Non deve essere solo nella musica. Può essere nel cinema, nella letteratura, può essere in chiunque cammina per strada. Ho visto alcune delle persone più creative per le strade di Los Angeles vestite da Statua della Libertà che facevano pubblicità ad agenzie immobiliari e assicurative...
Robert Blythe è stato molto eloquente. Disse: "Quando gli uomini e le donne hanno perso il contatto con gli animali selvatici, le cose hanno cominciato ad andare storto." Se non sentite il peso di questo, allora non avete cuore...>>

Hidden City (rar)





 

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