19/03/11

LIBERTADIA: WILLIAM S. BURROUGHS

"QUALSIASI MONDO ASCOLTATE LE MIE ULTIME PAROLE. ASCOLTATE TUTTI VOI CONSIGLI DIRETTIVI SINDACATI GOVERNI DELLA TERRA. E VOI POTENZE DI POTERE DIETRO QUELLE LURIDE TRATTATIVE FATTE IN QUELLE LATRINE ALLO SCOPO DI IMPADRONIRVI DI CIO’ CHE NON VI APPARTIENE. ASCOLTATE CIO’ CHE HO DA DIRE VALE PER TUTTI GLI UOMINI NESSUNO ESCLUSO IN QUALSIASI LUOGO. GRATIS PER TUTTI QUELLI CHE PAGANO IN DOLORE. COSA VI HA TANTO SPAVENTATO TUTTI DA FARVI ENTRARE NEL TEMPO? CHE COSA VI HA TANTO SPAVENTATO TUTTI DA FARVI ENTRARE NEI VOSTRI CORPI? PER SEMPRE NELLA MERDA? VOLETE RESTARCI PER SEMPRE? ALLORA ASCOLTATE LE ULTIME PAROLE DI HASSAN SABBAH. ASCOLTATE GUARDATE O CAGATE PER SEMPRE. COSA VI HA TANTO SPAVENTATO DA FARVI ENTRARE NEL TEMPO? NEL CORPO? NELLA MERDA? VE LO DIRO’ IO. LA PAROLA. IN PRINCIPIO ERA LA PAROLA. USCITENE FUORI PER SEMPRE. USCITE PER SEMPRE FUORI DALLA PAROLA TEMPORALE IL. USCITE PER SEMPRE DALLA PAROLA TEMPORALE TU. USCITE PER SEMPRE DALLA PAROLA MERDOSA IL. TUTTI FUORI DAL TEMPO E NELLO SPAZIO. PER SEMPRE. NON C’E’ NIENTE DA TEMERE. NON C’E’ NIENTE NELLO SPAZIO. NON C’E’ PAROLA DA TEMERE. NON C’E’ NESSUNA PAROLA. ATTRAVERSO TUTTI I VOSTRI CIELI GUARDATE LA SCRITTURA SILENZIOSA. LA SCRITTURA DELLO SPAZIO. LA SCRITTURA DEL SILENZIO"

WSB da Lettere dello Yage

Burroughs e il Cut-Up
E’ difficile fermare questa mano che scrive
…”Le tecniche letterarie di Lady Sutton Smith” e cioè il CUT-UP, il FOLD-IN, gli scambi, non sono un’invenzione di William S. Burroughs. Essi hanno precedenti celebri: Lewis Carrol, F.P. Martinetti, Gertrude Stein ecc.. Brion Gysin fu il primo a scoprirne le possibilità e a sistematizzarne i principi. Burroughs ha radicalizzato e perfezionato un modo di scrittura già ampiamente trasgressivo: la scomposizione dei testi, il loro sbriciolamento, la loro frammentazione sono gli elementi essenziali del CUT-UP. All’inizio il CUT-UP era soltanto un modo per collegare passaggi che non potevano essere connessi logicamente: questa tecnica venne poi estesa nel FOLD-IN, dove due pagine di autori diversi venivano tagliate in mezza colonna e accostate fra loro in modo da evitare per sempre la possibilità di concessioni alle immagini romantiche, alle associazioni personali, alle reazioni abituali e alla sintassi normale che influenza la ragione. Dal CUT-UP non ci si può aspettare strutture formali preordinate o precise: una disquisizione medica verrà interrotta da un’immagine oscena, un periodo di prosa verrà spezzato con un rigurgito di gergo, parole inventate verranno usate accanto a parole arcaiche.
Come già detto la “tecnica” non era nuova. Agli inizi del secolo i pittori ebbero la loro posizione rappresentativa artistica calciata via sotto i piedi della fotografia. Molte mostre fotografiche dell’epoca avevano come sottotitolo “la morte della pittura”. Prematuro. Così la pittura dovette trovarsi un new look. I pittori si rivolsero per prima cosa al “montaggio”. Ora il montaggio è davvero molto più vicino ai fatti della percezione, alla percezione Urbana, almeno, che non la pittura figurativa. Fate una passeggiata in una strada di città e mettete giù su una tela quello che avete appena visto: mezza persona tagliata in due da una macchina, pezzi e bocconi di cartelli stradali e pubblicità, riflessi da vetrine, un montaggio di frammenti. E la stessa cosa accade con le parole. Il montaggio è un vecchio trucco della pittura. Nessuno più dipinge mucche nell’erba. Ma se applicate il montaggio alla scrittura sarete subito accusati di “plagio”. La coscienza è un CUT-UP, la vita è un CUT-UP. Ogni volta che andate per la strada, o guardate fuori dalla finestra, il fluido della coscienza è tagliata da fattori casuali…

I’m not an entertainer

“…La scrittura non ha inizio paradossalmente che da una riscrittura: l’Operation Rerwrite. Lo scrittore non crea le proprie parole, egli lavora una materia prima costituita dal linguaggio scritto. Al contrario dei letterati Cinesi egli non considera il lavoro dello scrittore una rilettura e un reinterpretazione interminabile dei classici, quanto piuttosto un saccheggio della Biblioteca di Babele (!!)
… Attraverso la generalizzazione del Plagio, la spersonalizzazione dello scrittore, la realizzazione completa della profezia di Lautreamont (la poesia sarà fatta da tutti) non si limita ad intaccare i fondamenti stessi della proprietà letteraria. Egli si volta alla distruzione della nozione di identità…
“Non c’è che un’unica cosa di cui può scrivere uno scrittore: ciò che è davanti ai suoi sensi nel momento in cui scrive… Io non sono che uno strumento di registrazione…
Non pretendo di imporre né storia ne trama né continuità… Fintanto che riesco nella registrazione diretta di alcune aree del processo psichico posso avere una funzione limitata… Non sono uno che vuole divertire…”
Questa registrazione diretta Burroughs cominciò a realizzarla scrivendo i suoi libri su tre colonne dove venivano annotati i fatti che gli accadeva di vivere o di vedere, una colonna per registrare il resoconto dell’accaduto, la successiva per descrivere i ricordi di quello stesso fatto e la terza per segnare citazioni dal libro che in quel momento stava leggendo.
I primi Cut-Ups su magnetofono furono delle semplici estensioni dei Cut-Ups su carta: si registrava dieci minuti, poi si faceva scorrere la bobina avanti e indietro senza registrare, si fermava a caso e ci si tagliava dentro una frase: tagliare, rallentare, accelerare, andare all’indietro, strofinare il nastro, suonarne più di uno insieme, tagliare avanti e indietro tra due magnetofoni. Si avranno parole nuove che non c’erano nelle registrazioni originali. Ci sono dunque molti modi di ottenere parole e voci su nastro che non arrivano con i soliti procedimenti di registrazione…
Siamo negli anni ’50 – ’60, e Burroughs, con B. Gysin, anticipa l’estetica dei campionamenti e di altre frammentazioni sonore…
… L’utopia fu che i Cut-Up potessero minacciare la macchina del Controllo, quel sistema che porta all’oligarchia e alla schiavitù mediante istituzioni come quelle della polizia, della religione, dell’educazione e della propaganda…

Burroughs e il controllo

NULLA E’ VERO TUTTO E’ PERMESSO
Maggio 1983. Dopo sei anni di attese e ostracismi, grazie alla caparbietà buddista di A. Ginsberg e pochi altri, William S. Burroughs, 69 anni, viene eletto Membro all’Istituto di Arti e Lettere dell’Accademia Americana. Pochi e sparpagliati furono gli applausi, a ricordo dei commenti e dei giudizi sprezzanti (…quel tipo spaventoso; …quell’orribile individuo; …i suoi scritti non sono altro che pornografia per finocchi…) che gli erano stati rivolti ogni qual volta si ripresentava lo spettro della sua entrata nel limbo dei letterati, pittori, musicisti americani.
Così il rinnegato, il parìa, il diverso, il tossicomane fermato sempre alle frontiere dopo interminabili perquisizioni, l’anarchico, l’omosessuale, il FUORILEGGE DELLA LETTERATURA che aveva preso di mira e accusato il sistema, commentava la sua elezione: “…voglio fregiarmi di tutte le decorazioni possibili che posso ottenere, così da meritare rispetto dagli agenti della polizia doganale…”
Ma perché tanti giudizi feroci, stroncature letterarie, avversioni personali si erano abbattuti per tanti anni su quello che N. Mailer e J. Ballard avevano definito uno dei più grandi scrittori americani? Discendente da una famiglia della buona borghesia di St. Louis (suo nonno W.S. Burroughs aveva inventato la prima macchina calcolatrice!) dopo essersi laureato ad Harvard si ribellò ai valori della famiglia e della sua classe sociale, praticando e scrivendo della sua omosessualità e tossicodipendenza da eroina e altre droghe, totalitarismo, capitalismo, tirannia, psichiatria, razzismo, guerra nucleare, lavaggio mentale, tecnologia fantascientifica al potere, in anni in cui tutto questo incombeva sull’America e sul mondo intero.
I suoi scritti furono dichiarati osceni e banditi dalla censura degli Usa. Fu accusato di svariate attività criminali e arrestato più volte.
Il problema non era che Burroughs fosse socialmente emarginato, un omosessuale o un tossicomane, ma che fosse stato eletto a simbolo di un intero movimento della controcultura che i critici (e non solo…) detestavano con tutto il cuore. La denuncia del lavaggio mentale esercitato dal “controllo”, una protesta disperata contro la repressione psichica e contro la distruzione ecologica…
La parola controllo è una specie di ossessione per Burroughs. Il controllo esercitato dal potere, dai poteri sull’uomo è quello della Super Autorità e del totalitarismo che serra L’America e il mondo. Alla domanda se esistevano uomini liberi dice: “Direi che non esistono uomini liberi su questo pianeta in questo momento perchè non esistono nei corpi umani: per il fatto di essere in un corpo umano si è controllati da ogni genere di necessità biologiche e ambientali. Continua attraverso le immagini e la parola che sono gli strumenti di controllo usati dalla stampa e dalla televisione. Le parole sono il principale strumento di controllo: le suggestioni sono parole, le persuasioni sono parole, gli ordini sono parole. Nessuna macchina di controllo può operare senza parole.”
“…La programmazione precisa del pensiero…da parte della tecnologia rende possibile agli stati di polizia mantenere una facciata democratica da dietro la quale denunciano come criminale, pervertito e tossicomane chiunque si opponga alla macchina del Controllo. Vogliamo distruggere la macchina della polizia…Che và sotto il nome di stampa conservatrice.
“…Eliminate come prima condizione la nazione, la famiglia e il metodo attuale di riproduzione, il Sistema si potrebbe organizzare con comunità prive di confini nazionalistici (di quei campi di concentramento chiamati Nazioni!): comunità raccolte intorno a gusti e affinità comuni, per esempio comunità tutte femminili o tutti maschi, comunità ESP o igieniste, o praticanti lo judo o lo yoga o le teorie di Reich, come in un certo senso è avvenuto coi Musulmani Neri e gli Hippies.”

Libertadia
“Questo mondo potrebbe essere un luogo molto più piacevole in cui poter vivere se ognuno potesse badare ai fatti suoi e lasciasse che gli altri facciano la stessa cosa…”. Padre nobile dei Beat (a Burroughs è attribuita la reinvenzione della parola Beat, usata negli anni ’40 a Time Square per indicare gente senza lavoro e senza un soldo, per trasformarla in indicazione di persone di particolare spiritualità) e del Movimento, delle utopie lisergiche dell’era hippie, lui stesso spiega a modo suo quanto poco si senta Beat: “Li frequentavo, ma artisticamente eravamo diversi. Ci univa il concetto di apertura ed espansione della consapevolezza. Ma io non credo alla non violenza, le persone al potere non si autodepongono, nessuno manda fiori ai poliziotti se non tirandoli da una finestra e dentro un vaso.” Anche se poi riconosce: “Non c’è dubbio che oggi si vive in un’America più libera grazie al movimento letterario dei Beat, prima una parolaccia non poteva apparire in una pagina a stampa e i diritti delle minoranze erano ridicoli!”
La sua scrittura affonda le radici negli anni trenta e nell’America del New Deal. Ne fa fede proprio il suo primo romanzo, Junkie, scritto nel ’53, nel quale attraverso la storia del bambino e dell’adolescente di una famiglia puritana e borghese ricostruisce l’ambiente nel quale è maturata la ribellione e la scelta lucidamente eversiva della droga. E prosegue tracciando una linea che va da Tristan Tzara e arriva allo spazio cosmico, inquietante Cassandra del disfacimento ecologico e morale degli anni ’80, nume tutelare della cultura cyberpunk dei ’90. Burroughs (e i beat) ha mostrato che la letteratura può diventare vita, incidere sul mondo, forgiare coscienze nuove, risvegliare intelligenze smorte e fasi arma, rischiando davvero e in prima persona: “Tutto il mio lavoro è rivolto contro coloro che sono intenti, per stupidità o per programma, a far saltare in aria il pianeta o renderlo inabitabile…Mi interessa la precisa manipolazione della parola e dell’immagine per creare un’azione, non per andare a comprare una coca-cola, ma per creare un’alterazione nella consapevolezza del lettore…”

Le città della notte rossa

Il Capitano Mission fu uno dei precursori della Rivoluzione Francese. Era un centinaio d’anni in anticipo sul suo tempo, perché la sua carriera si fondò sul desiderio iniziale di sistemare meglio i problemi dell’umanità. Mission veniva da una ricca famiglia della Provenza e alla fine del ‘600 aveva studiato lettere, logica e matematica all’Università di Angers. Si imbarcò come ufficiale sulla nave da guerra francese Victorie e dopo aver sconfitto gli Inglesi in varie battaglie venne acclamato capitano dall’intero equipaggio. Issò sul pennone la bandiera pirata con la scritta LIBERTE’ ed esortò gli insorti a vivere in stretta armonia tra di loro. Il denaro venne dichiarato di proprietà comune, i vestiti vennero ridistribuiti a tutti coloro che ne avessero bisogno e si raccomandò un comportamento umano e generoso verso i prigionieri. Fu deciso di stabilire le basi terrestri della Repubblica nelle baie del Madagascar. Mission con la sua banda di pirati francesi, inglesi, marinai disertori e schiavi liberati, costruì fortificazioni e fondò la libera colonia di LIBERTADIA.
La colonia venne posta sotto gli Articoli scritti dal Capitano. Questi Articoli erano basati su idee assai simili a quelle poi sostenute dalla Rivoluzione francese. Vennero abolite la schiavitù e la pena di morte, la prigionia per debiti e venne proibita ogni interferenza con il credo religioso e i costumi sessuali dei coloni.
LIBERTADIA con i suoi trecento coloni venne spazzata via da un attacco di sorpresa degli indigeni Malgasci e il Capitano Mission con i pochi sopravvissuti venne ucciso poco dopo in una battaglia navale…
Vi erano altre colonie di questo tipo nelle Indie Occidentali e in America Centrale e Meridionale, ma non furono in grado di conservarsi non essendo popolate abbastanza da poter resistere agli attacchi. Se lo fossero state, la storia del mondo avrebbe potuto essere cambiata.
Immaginate un certo numero di queste fortificazioni per tutto il Sud America e le Indie Occidentali, estese dall’Africa al Madagascar alla Malesia e alle Indie Orientali, tutte in grado di offrire rifugio ai fuggiaschi dalla schiavitù e dall’oppressione: VENITE CON NOI E VIVETE SOTTO GLI ARTICOLI. Subito troveremmo alleati in tutti gli asserviti e oppressi di tutto il mondo, dalle piantagioni di cotone del Sud degli Stati alle piantagioni di canna da zucchero delle Indie Occidentali, l’intera popolazione indiana del continente Americano dall’Artico al Capo Horn, peonizzata e degradata dagli spagnoli in una povertà e ignoranza subumane, sterminata dagli americani, infettata dai loro vizi e dalle loro malattie, i neri colonizzati dell’Africa: tutti questi sono i nostri alleati.
Posizioni fortificate in stretta cooperazione con bande mobili di guerriglieri, rifornite di tutto dalle popolazioni locali. Se l’intero esercito Americano non è riuscito a vincere i Viet Cong in un’era in cui le posizioni fortificate sono rese sorpassate dall’artiglieria e dagli attacchi aerei, certamente gli eserciti d’Europa, operanti in zone sconosciute ed esposti a tutte le logoranti malattie tropicali non sarebbero riusciti a vincere sulle tattiche di guerriglie aggiunte alle fortificazioni. Una simile combinazione sarebbe imbattibile! Immaginate un simile movimento su scala mondiale. I bianchi saranno i benvenuti come lavoratori, tecnici, coloni ma non come colonizzatori o padroni. I risultati catastrofici di una industrializzazione incontrollata ne verrebbero diminuiti, poiché i lavoratori delle fabbriche e gli abitanti degli slams delle città cercherebbero rifugio nelle zone Articolate. Chi, potendo stabilirsi in una qualsiasi zona di sua scelta vorrebbe lavorare nelle loro fabbriche e comprare i loro prodotti, quando può vivere dei campi e del mare e dei laghi e dei fiumi in aree di incredibile abbondanza?
Cito questo esempio di utopia retroattiva poiché avrebbe realmente potuto avverarsi a quel tempo, se il Capitano Mission fosse vissuto abbastanza a lungo da affermare un esempio da seguire per gli altri. L’occasione era là. L’occasione è stata mancata. I principi delle Rivoluzioni Francese e Americana divennero tortuose menzogne nelle bocche dei politicanti, creando una cupa storia di oppressione, corruzione, dittature, burocrazie.
Il vostro diritto a vivere dove volete, con compagni di vostra scelta, sotto leggi che approvate, morì nel diciottesimo secolo con il Capitano Mission. Solo un miracolo o una catastrofe potrebbe restituirlo.

Burroughs e la droga

“Quando dico tossicomane intendo dedito alla droga. Ho usato droghe in molte forme: morfina, eroina, cocaina peyotl, mescalina opium, demerol, dolophine, metadone, paracodeina…
“Ho fumato droghe, le ho mangiate, annusate, le ho iniettate in vena-pelle-muscolo, assunte in supposte rettali…”
Per capire le vicissitudini e il rapporto con le droghe di W. Burroughs si potrebbe rimandare tutto a Junkie (La scimmia sulla schiena in italiano), libro pubblicato nel ’53, in cui racconta di come si sia avvicinato agli stupefacenti e di come ne divenne schiavo in poco tempo. Le droghe e l’omosessualità saranno comunque presenti in tutti i suoi libri. Per molti, i suoi scritti su queste questioni non sono altro che il resoconto di un uomo malato, di un assassino, di un volgare tossico da strada. Ma Burroughs è stato un raffinato esperto di droghe, la sua produzione letteraria è continuamente alternata a saggi scientifici, e molte Università lo hanno invitato a tenere corsi sugli stupefacenti e i loro effetti nelle esperienze creative. Non ha mai incoraggiato all’uso delle droghe: delle sue esperienze di drogato si serve per raccontare gli orrori della malattia (nel gergo di B. la malattia è la crisi di astinenza da droga) più dei suoi eventuali piaceri (si parla di vomito, diarrea, svenimenti, convulsioni, apatia, isterismi…)
Quello che differenzia Burroughs da un comune scrittore drogato è la sua strana capacità di restare sempre del tutto oggettivo di fronte alle sue esperienze. Con lucida razionalità prese a consumare droga come un medico può iniettarsi un virus per vederne i risultati.
I periodi della droga di Burroughs sono a New York dove fa da tramite tra la Columbia University e Time Square, in Messico, dove si abbatterà la catastrofe della morte di sua moglie Joan, in Colombia e in Amazzonia per sperimentare gli allucinogeni, a Tangeri dove si riduce all’ultimo stadio (veniva chiamato ombre invisible). Poi la decisione: si reca a Londra dal Dott. Dent che lo disintossica dall’eroina con l’Apomorfina.
Anche per la droga Burroughs oppone un distacco a chi lo accomuna ai Beat. Per questi ultimi la droga è semplicemente un kick, un modo abbastanza divertente per sottrarsi ad una realtà che rifiutano sostanzialmente di conoscere (Kerouac), sottraendosi alla dialettica in favore dei mondi, precari e soggettivi, della metafisica. Burroughs invece rifiuta ogni ipotesi metafisica in favore di una ricerca empirica e scientifica.
Questo insolito drogato-scienziato, della conoscenza di tutte le droghe esistenti si è servito non per assuefarsi all’uso di quelle afrodisiache o pseudodistensive, ma soltanto di quelle che avevano per lui un’importanza creativa.
“Quello che mi interessa, interessa tutte le persone che si drogano, l’alterata coscienza. Se la mia coscienza fosse stata completamente convenzionale, nessuno sarebbe stato abbastanza interessato ai miei libri… Ora non fai certo questo per gratificazione letteraria, puoi farlo solo se lo vuoi. Ma naturalmente alterare la coscienza non deve essere solo in relazione con la droga, noi alteriamo la nostra coscienza sempre, minuto per minuto…
Ho visto il modo esatto in cui il Virus della droga opera attraverso quindici anni di abitudine… La piramide della droga, ciascun livello che divora quello di sotto, fino al vertice o i vertici poiché ci sono molte piramidi della droga che mangiano i popoli del mondo e tutti costruiti su principi di monopolio”
Per Burroughs l’eroina diventa una grande metafora della merce, l’unico caso in cui lo spacciatore non vende merce all’acquirente ma direttamente l’acquirente alla merce. Il sogno mostruoso ma neppure troppo utopistico di tutti i cultori del mercato!! “Non è un caso che tutti i pezzi grossi della droga sono sempre grassi e il tossicomane della strada è sempre magro”.
La droga è il prodotto finale… la mercanzia finale. Nessuna propaganda è richiesta!
Anche per la droga ritorna l’ossessione del controllo interpersonale e istituzionale: accusa l’AMA (potente associazione medica americana) di impedire scoperte e prodotti che aiuterebbero la libertà degli uomini dalle medicine e dalla schiavitù degli agenti chimici (terapia dell’apomorfina), e il sistema intero che ha interesse a far continuare la tossicomania per rafforzare il potere della polizia.
Lo spacciatore ha bisogno della partecipazione del drogato, il drogato ha bisogno di sentirsi controllato da qualcosa di più potente della sua determinazione. Lo stesso tipo di bisogno può esserci tra lavoratori e padroni, tra cittadini e governo. Tutti i sistemi richiedono acquiescenza: una persona deve cooperare per essere controllata.
La droga mostra una formula fondamentale di virus del male, e il volto del male è sempre il volto dei bisogni totali.
La droga è una grande industria. Se si vuole eliminare l’industria droga bisogna cominciare dal fondo della piramide: è il tossicomane di strada. Lui ha bisogno della droga per vivere ed è l’unico fattore non rimpiazzabile nell’equazione droga perché i cosiddetti pezzi grossi sono tutti immediatamente rimpiazzabili. Quando non ci sono più drogati a comprare droga non c’è più traffico di droga. Finché esiste un bisogno di droga qualcuno la servirà.
W. Burroughs ha anticipato programmi antidroga attualmente sperimentati in paesi come la Svizzera, l’Olanda, la Germania: la riduzione del danno.
“Ai tossicomani e a quelli che soffrono di una dolorosa malattia cronica potrebbe essere consentita una dose di mantenimento prescritta da un medico. L’intero mercato nero della droga verrebbe abolito, il tossico non è più costretto a comprare al mercato nero (in molti casi roba tagliata e adulterata con sostanze tossiche) e svolgere la sua occupazione normale e condurre una vita non criminale.” E poi c’è la cura dell’Apomorfina, adottata con successo da lui stesso con il Dott. Dent a Londra.
Le politiche repressive nei confronti della droga sono un totale fallimento, con lo sperpero di denaro pubblico per mantenere in piedi strutture con programmi che non hanno avuto nessun risultato se non quello di mantenere il controllo sui drogati.


La medicina alternativa e la critica al sistema sanitario

Come aveva già fatto in tutte le sue opere precedenti, Burroughs non esita a perseverare nella propria accusa al capitalismo nella medicina. Egli lo aveva denunciato più di dieci anni prima sia nella trilogia Nova (2) (dove il personaggio del dottor Benway è espressione delle multinazionali, e più in generale della medicina fine a se stessa, colosso burocratico e senza scopo benefico), sia nel volume saggistico The Job. In esso accusava il mancato riconoscimento, da parte delle multinazionali, di nuove scoperte in campo terapeutico, quali le teorie di Wilhelm Reich e i suoi accumulatori orgonici, le teorie scientologiche e dianetiche di Hubbard, l’uso della vitamina. E nella prevenzione dell’infarto, e della vitamina A per la cura del raffreddore (al posto della inutile vitamina C), il trattamento della tossicodipendenza con l’apomorfina al posto del metadone, una pillola anticoncezionale la cui azione può durare sette anni. L’apomorfina ha un posto speciale nella narrativa di Burroughs: essa infatti e, assieme all’orgonomia di Reich, uno degli esempi di terapia medica perseguitata e poi resa indisponibile dalla FDA americana. L’apomorfina è un preparato composto da morfina e acido cloridrico riscaldato a 150 gradi e utilizzato nel casi di avvelenamento. ll suo utilizzo nella cura della tossicomania lo si deve al dottore inglese John Yerbury Dent, al quale Burroughs si rivolse per disintossicarsi. Come regolatore del metabolismo, l’apomorfina riduce i sintomi dell'astinenza ed elimina il bisogno organico della droga. Burroughs dice che interrompe le connessioni da droga del cervello. Purtroppo, questo tipo di trattamento è scomparso una volta che Dent è morto di infarto. Nessuno ha proseguito i suoi studi e questo ha rafforzato le idee di Burroughs sul controllo che il servizio sanitario mondiale attuerebbe sulla popolazione attraverso la droga: l’utilizzo di una blanda sostanza come il metadone, una terapia che abbisogna di continuità, fa sì che il tossico debba continuare ad assumerlo per molto tempo, legandolo così al sistema. Stessa cosa può dirsi per l'orgonomia dl Wilhelm Reich, terapia alternativa molto famosa negli anni della contestazione e che Burroughs appoggia incondizionatamente. ln una lettera a Jack Kerouac del 24 giugno 1949, dopo aver letto La biopatia del cancro di Reich, egli indica lo scienziato come “l’unico uomo che in psicoanalisi abbia capito qualcosa. Dopo aver letto il libro, ho costruito un accumulatore orgonico, e quell’affare funziona. Quell’uomo non è pazzo, e un maledetto genio”“. Per lo scrittore, questa energia vitale Che l’ex psicoanalista freudiano convertito alla biologia asserisce di avere scoperto nell’atmosfera, non solo avrebbe effetti benefici generalizzati sull'organismo ma, se opportunamente concentrata, provocherebbe veloci remissioni delle patologie cancerose. Anche qui Burroughs vede un complotto della FDA, che fece morire Reich in carcere nel 1957 e ne fece bruciare i libri, consegnando cosi l’esclusiva delle terapie oncologiche alla chimica delle grandi case farmaceutiche. ll vero rimedio alla malattia per Burroughs passa attraverso il rifiuto dei sistemi centralisti (governo, grandi istituti farmaceutici di ricerca) e dei loro interessi commerciali. Lo scrittore rifiuta che interessi commerciali rendano croniche le terapie e i trattamenti. Ln Blade Runner Burroughs cita l’apomorfina, ma anche un contraccettivo sviluppato dagli Indios dell’Amazzonia, una dose del quale poteva prevenire la gravidanza per sette anni, e una dose di un'altra sostanza permetteva ll concepimento. Nel 1956 tale trattamento fu sottoposto ad una casa farmaceutica americana per essere testato e distribuito, ma ovviamente venne rifiutato; la pillola anticoncezionale classica prevede una somministrazione giornaliera, e quindi molto più remunerativa ai fini commerciali. La mercificazione della salute, Burroughs la associa alle tre modalità (sesso, droga, linguaggio) con cui opera ll Controllo, organizzazione governativa segreta che assume caratteri quasi metafisici. Gli agenti universali che sembrano governare gli Stati Uniti (e quindi il pianeta), operano attraverso il controllo della sessualità, l’esclusività delle terapie di disintossicazione per la tossicomania, l’uniformità dei messaggi mediatici. ll sovvertimento delle regole del capitale (della medicina e dei media) avviene attraverso la rivoluzione giovanile violenta.

2) Formata dai romanzi La macchina morbida (The Soft Machine, 1961), Il biglietto che esplose (The Ticket That Exploded, 1962) e Nova express (id,1964).



Burroughs e il rock
The dream Machine

Il linguaggio è un virus venuto dallo spazio
“Incollate frantumi di frasi, sforbiciate articoli, accartocciate testi, appallottolate fotocopie, fate origami di manifesti, rimescolate nastri di audiocassette, sostituite colonne sonore, impastate i discorsi altrui, perché il discorso è sempre altrui. Il linguaggio è sempre di qualcun altro, noi non lo scriviamo, lo riscriviamo. E’ il linguaggio che è originale, non noi, perciò non avere paura di plagiare: ruba, copia, trascrivi, perché ogni volta che apri bocca stai plagiando il linguaggio”
Di personale possiedi solo il silenzio!”

Burroughs in effetti constata che l’uomo moderno ha perso l’opzione del silenzio.
“Tentate di arrestare la parola non vocale. Tentate di ottenere dieci secondi di silenzio interiore. Vi imbatterete in un organismo resistente che vi costringe a parlare. Da qui la mia teoria per una comprensione finale della parola: la Parola è letteralmente un virus, e che non è stata riconosciuta come tale perché ha raggiunto uno stato di relativamente stabile simbiosi con il suo ospite umano: vale a dire che il virus parola si è imposto così saldamente come parte accettata dell’organismo umano da poter adesso sghignazzare dietro virus gangster come la varicella e spedirli all’Istituto Pasteur. La parola porta l’unica caratteristica di identità del virus: è un organismo senza altra funzione interna che quella di replicare se stesso”.
…Anche rispetto alla Beat generation nessuno come Burroughs ha preso la Letteratura sul serio, ha creduto nel potere della parola scritta e nei doveri che usarla comporta…




THE DREAM MACHINE
Laurie Anderson, geniale musicista d’avanguardia americana, polistrumentista e sperimentatrice elettronica, attuale compagna di Lou Reed, ha avuto una lunga frequentazione con Burroughs, si è ispirata alla teoria de “Il Linguaggio è un Virus” attorno a cui ha costruito un brano e una parte nel bellissimo Video Musicale Home of the Brave.
“Mi sono sempre interessato poco alla musica, ma sono rimasto veramente affascinato e divertito quando ho ascoltato le musiche degli indigeni marocchini registrati da B. Jones (Rolling Stones).” Certo che invece la musica rock, sotterranea, alternativa, a lui si è sempre interessata, tanto da coinvolgerlo in una miriade di produzioni disseminate lungo il corso di questi anni. Che cosa cercavano i musicisti rock in Burroughs? Sentivano e ammiravano il suo fascino estremo, maledetto, la visione anticonformistica, spietata, come affine al loro mondo. Ma soprattutto la possibilità di sperimentazione sul linguaggio che il lavoro di Burroughs indicava loro.
Le immagini e i personaggi dei suoi libri (ragazzi selvaggi in costumi sgargianti, mescolati a divinità egiziane e maya, ragazzi pipistrello e ragazzi uccelli gatto e tutte le fantasie perverse, paranoiche, agghiaccianti e angosciose), il sesso, la droga, il declino dell’Occidente; e poi l’utopia di LIBERTADIA, colonia guidata dal Capitano Mission, il quale quasi un secolo prima delle rivoluzioni Francese e Americana, predicò la completa uguaglianza, l’abolizione della schiavitù, per dimostrare che un gruppo di sbandati possono coesistere in relativa armonia tra loro e con l’ambiente che li circonda (Le Città della notte rossa), sono tutti temi trattati da B. che hanno influenzato gruppi e artisti rock dagli anni ’60 fino al grunge dei ’90. Le sue parole hanno dato nome a gruppi come Soft Machine, Insect Trust, Dead Fingers Talk, Steely Dan, Doa, 23 Skidoo (dal n. 23, altra ossessione di B.) Naked Lunch ecc…
Hanno omaggiato il “maestro” Lou Reed con i Velvet Underground, Gerry Garcia (Grateful Dead), Frank Zappa, Iggy Pop, Rolling Stones, D. Bowie (in Outside ha dichiarato di aver usato la tecnica del Cut-Up e definito Burroughs il “Giovanni Battista del postmoderno!), Patti Smith, J. Cale, D. Johansen ecc…
Non c’è gruppo Punk e New Wave che non deve al lavoro di Burroughs almeno uno spasmo o una contrazione: Germs, Slits, Husker Du, SPK, Sukia, Bomb the Bass, Master Musicians of Joujouka, Sonic Youth, Debbie Harry con i Blondies, Jim Carroll, L.Lunch, R.Hell, D.Galas, Devo, Dead Kennedys, Talking Heads, industrial come Thobbing Gristle, Cabaret Voltaire, ClockDVA, Genesis P-Orrige fino ai Material di B.Laswell, Nirvana (con Kurt Cobain condivideva la passione smodata per le armi!), U2, Rem; incursioni nell’Hip Hop con i Disposible Heroes of Hiphoprisy.
A lui si attribuisce la locuzione Heavy Metal (da cui il genere).
Burroughs era una specie di Totem per i Punks a causa delle sue vicissitudini con la droga (culminate con la morte accidentale della moglie in Messico per sua mano, mentre strafatti giocavano a Guglielmo Tell con una pistola). Acerrimo nemico della cristianità egli inorridisce per la diffusione che questa ha assunto tra i giovani e le sue apparizioni nei punkclub (“sponsorizzati” da P.Smith) erano sempre accompagnate da moniti sulla dinamica del controllo mentale.
“Originariamente la parola Punk stava a disegnare il teppista di una piccola città, e questo è un significato. Significava poi un omosessuale passivo. E questo è un altro significato. Nessuna di questa definizioni si adatta a quello che intendiamo ora per punk. Diciamo che è qualcosa nella tradizione dell’antieroe…”
“I Punks si sono sviluppati dai Beats nello stesso modo in cui i Beats si erano sviluppati dagli esistenzialisti. Sento molte affinità con i Punks, infatti molti dei miei personaggi sono Punk.”
Gli ultimi che sono andati a trovarlo, poco prima della sua morte, sono gli U2, che hanno avuto ospite W. Burroughs nel video della canzone “Last night on the earth” e che più volte nei loro concerti hanno citato la feroce Thanks Giving Prayer (declamata da B. con la sua voce yankee, nasale, tagliente) dedicata a J. Dillinger, nella speranza che sia ancora vivo, da qualche parte…





MATERIAL: Hallucination Engine


Burroughs e i Gatti
Fatto come un Gatto

“Voi che amate i gatti, rammentate che i milioni di gatti che miagolano nelle stanze di questo mondo ripongono ogni loro speranza e fiducia in voi.”
Burroughs racconta frammenti di vita quotidiana insieme ai suoi gatti, in forma di diario: il gioco e le malattie, l’incontro con il selvatico, i problemi dell’assenza. Sono spesso parole di vero amore:
“Il gatto non offre servigi, il gatto offre se stesso. Naturalmente vuole cura e un tetto. Non si compra l’amore con niente. Come tutte le creature pure i gatti sono pratici. Noi siamo il gatto che è in noi. Siamo i gatti che non possono camminare da soli e per noi c’è un posto soltanto.”

The cat inside

Sarà probabilmente una sorpresa per molti scoprire che W. Burroughs, l’efferato cantore di saghe che si svolgono in terre di mutanti e in cui l’umanità è una sopravvivenza arcaica, ha scritto uno dei più delicati e percettivi libretti sui gatti e, più precisamente, sul gatto come compagno psichico.
“Le testimonianze indicano che i gatti furono addomesticati dapprima in Egitto… Non hanno cominciato con l’essere cacciatori di topi… Io avanzo l’ipotesi che i gatti nascano come compagni psichici, come spiritelli del focolare, e che non abbiano deviato da questa funzione.”


Conversazione con William Burroughs

Timothy Leary: Vuoi fare questa cosa, William?
William S. Burroughs: Perché no?
• TL: Il primo tema è l’immortalità. Sai, io ho fatto la firma per la crionica. Ci hai pensato anche tu, alla crionica?
• WSB: Ah… Ci ho pensato, ma no, no, no. Penso che una qualsiasi immortalità fisica sia un passo nella direzione sbagliata. E’ una questione di separare l’anima – comunque la si voglia chiamare – dal corpo, senza perpetuare il corpo in alcun modo. Ecco: penso che perpetuare il corpo sia comunque un passo nella direzione sbagliata. Gli Egizi facevano le loro mummie, e la conservazione di queste era indispensabile alla loro immortalità. Penso che bisogna allontanarsi dal corpo, più che cercare di entrarci.
• TL: Perché non avere a disposizione l’opzione di fare saltare, prontamente, la coscienza di nuovo dentro il corpo? Sai, gli Egizi sono davvero interessanti; io vedo le loro tombe, in fondo, come capsule di rianimazione.
• WSB: Ecco precisamente.
• TL: Si servivano della scienza più avanzata dei loro tempi. Ho lavorato negli ultimi tempi con degli scienziati in un nuovo campo che si chiama bio-antropologia. Nel corso di venticinque secoli ci sono state quattro ondate di predatori di tombe. La prima ondata ha preso l’oro, la seconda i tesori artistici, poi sono arrivati i Britannici e i Francesi. Tutti questi saccheggiatori hanno preso le fasciature, intrise di sangue essiccato, e le hanno gettate in un angolo. Ma ora i microbiologi possono estrarre il Dna dai resti biologici. Così il progetto egizio ha addirittura funzionato: tra dieci anni saremo in grado di clonare i faraoni! Certo, c’è il problema che non avrebbero i loro ricordi. Ma ecco perché hanno compreso anche il software, sotto forma di gioielli e altri artefatti. Lo trovo ammirevole. Il tuo libro sulle Terre d’occidente [The Western Lands] mi ha affascinato. L’ho letto e riletto, e cito abbastanza spesso le tue parole nei miei scritti sulla crionica.
E cosa mi dici delle possibilità postbiologiche? Moravek eccetera. Lui dice che puoi scaricare il contenuto del cervello umano e inserirlo nei computer, e costruire un nuovo corpo con software-antenna simili a spazzole…
• WSB: Certo, certo.
• TL: E il linguaggio come virus, Michel Foucault?
• WSB: E’ ovvio come il linguaggio sia un virus, perché dipende dalla replicazione. Quali altri discorsi ponderosi abbiamo?
• TL: I tuoi dipinti di ogni genere… certo, Brion Gysin era sempre quello che faceva il pittore.
• WSB: Vedi non avrei mai potuto cominciare a dipingere sul serio se non dopo la morte di Brion Gysin. Non avrei mai potuto fargli concorrenza. Ma ora ci ho guadagnato più quattrini di quanti ne abbia guadagnato lui in tutta la sua vita.
• TL: Probabilmente hai guadagnato di più con i dipinti che con i libri, vero?
• WSB: Mi ha tirato fuori da un abisso finanziario. Mi posso comprare le pistole ad acciarino.
• TL: Ben per te. E’ un modo più facile di fare soldi che non correndo in giro a fare conferenze e a tenere dibattiti su G. Gordon Liddy.
• WSB: Adoro le pistole ad acciarino.
• TL: E cosa ne pensi, di Liddy? Sai che ci va matto per le armi da fuoco.
• WSB: Si, lo so. E io delle armi ne so quanto lui.
• TL: Passiamo all’isterismo della Guerra contro la Droga.
• WSB: Oh, ascolta un po’. Solo un paio di ideuzze, una cosa che nessuno ha preso in considerazione, come il semplice fatto che prima della legge sugli stupefacenti [Harrison Narcotics Act] del 1914, queste droghe si vendevano liberamente senza ricetta.
• TL: Oppio, cocaina?
• WSB: Oppio, cocaina, morfina, eroina. Venduti come farmaci da banco. Ebbene, erano quelli i giorni che i conservatori rievocano come “I bei tempi passati”. L’America era in crisi? Certo che no. E come funzionava bene il sistema inglese, fino a quanto l’American Brain Commission è andata a convincerli a non farlo più. Quando io ero lì nel 1967 e ho fatto la cura con l’apomorfina con il dottore Dent, c’erano circa 600 tossicomani nel Regno Unito, tutti registrati e conosciuti perché potevano ottenere la loro eroina in modo del tutto legale – e anche la cocaina e la tintura di cannabis. Ora che l’hanno reso impossibile, e i medici non possono prescrivere per i tossicomani, Dio solo sa quanti tossicomani ci sono; e Dio sa quanti poliziotti della squadra narcotici.
• TL: Una volta mi sono fatto di eroina a Londra con R. D. Laing. Ronnie mi ha mandato dal farmacista e mi ha fatto lui la pera a casa di Alex Trocchi. Ti ricordi di Trocchi?
• WSB: Lo conoscevo bene.
• TL: La Svizzera è interessante. A Zurigo e altrove hanno parchi e altri posti dove i tossici possono andare. L’atteggiamento è umanistico: “Siamo tutti una famiglia, siamo Svizzeri. E se i nostri tossici debbono farsi, noi forniamo siringhe pulite”. Non c’è criminalizzazione.
• WSB: Mi ricordo una volta che ero in Olanda in un posto dove avevano siringhe e macchinette: ci mettevi una moneta e usciva una spada.
• TL: Ago-mat.
• WSB: Agomat! Pensa alla storia, al fatto storico che per anni non esisteva un problema dell’eroina britannico. Il sistema funzionava molto bene.
• TL: Be’, il problema è dovuto ai puritani, moralisti alla Cronwell che negli ultimi cent’anni hanno imposto sull’America e sull’Inghilterra le loro nevrosi del cazzo. Ogni tipo di idea, o la stessa idea che l’individuo abbia il diritto di andare alla ricerca della felicità, basta pensare così e subito ti stanno dietro. In fondo è una cosa da Inquisizione, religiosa. Ne do la colpa ai puritani.
• WSB: Be’, forse si. Ma cioè… non sono del tutto d’accordo con questa osservazione. Fondamentale è il modo in cui si crea un desiderio, una necessità nella loro mente, di controllare l’intera popolazione. Ma hai sentito certe statistiche? I sondaggi mostrano come metà di quelli che si diplomano al liceo non erano in grado di trovare il Vietnam sulla carta geografica e non sapevano che da quelle parti avevamo combattuto e perduto una guerra! Quando si tratta della II Guerra Mondiale, lascia perdere. Mai sentito parlare di Churchill, non sapevano dov’è la Francia. L’unico che avevano sentito nominare era Hitler.
• TL: Costumistica! Aveva i costumi migliori, ecco perché.
• WSB: Poi c’era un otto per cento che non era in grado di trovare gli Stati Uniti su una carta geografica. E’ assolutamente scioccante. E senti questo. Metà degli intervistati – si tratta di un sondaggio sessuale – pensava che il rapporto anale potesse produrre l’Aids, anche se nessuno dei due partecipanti fosse infetto dal virus dell’Aids.
L’Immacolata Concezione!
• TL: L’Immacolata Infezione!
• WSB: Ma si può immaginare una scemenza del genere? Una tale mancanza di logica. Metà degli intervistati!!
[James Grauerholtz arriva per annunciare che è ora di recarsi al dibattito tra Leary e Liddy.]
• TL: Voglio dire ancora una sola cosa, William. Tu sei con me ogni giorno. Parlo continuamente di te; ho imparato tanto da te e insieme a te. E ci tornerò.
• WSB: E anche io penso spesso a te.


IN MORTE DI W.S. BURROUGHS
Dopo Timothy Leary e Allen Ginsberg a pochi mesi di distanza, è toccato a lui, al “ragazzo dagli occhi di ghiaccio”, lasciare questo inferno per un inferno forse migliore. Strano, William Burroughs sarebbe potuto morire per droga, accoltellato da un amante. Ma il destino ha scelto diversamente. Lo ha colto nel letto e se lo è portato via con un infarto. Aveva 83 anni. Dietro alle spalle una vita (anche letterariamente) intensa e dissipata, davanti qualche breve apparizione, sotto forma di testimonianza, su quello che era stato il suo periodo più fecondo: gli anni sessanta e la beat generation. Ora restano gli scampoli e la memoria che non si rassegna all’idea che un mondo di letteratura, affanni e marginalità si può anche chiudere senza fragore, ne rimpianto. Eppure quei ragazzi, che sembravano usciti da qualche pagina di Céline o Dostoevskij, si erano autoinvestiti di un compito: uscire dal sogno americano. Salvo poi far entrare le nuove generazioni in un alone di nomadismo, di profumo orientale e di nuove tecnologie. Dei tre santoni, quello con più talento narrativo fu Jack Kerouac, il più impegnato Allen Ginsberg. A William Burroughs la sorte riservò un buon polso letterario, una grande curiosità ed una eccellente nevrosi che lo avrebbero spinto verso inconsueti sperimentalismi. Ma una cosa è certa: nonostante gli anni e le strade si fossero divise, quelli della beat generation, i sopravvissuti, continuavano a rimpallarsi frasi affettuose e reciproche attestazioni di stima. Sembravano i vecchi soci di un club inglese. Ricordo che proprio un paio di anni fa a New York Ginsberg, che intervistavo in occasione dell’uscita di un suo diario, rievocava con gratitudine e nostalgia la figura di Burroughs, condendola di alcuni dettagli. Si erano conosciuti nel 1944 al Greenwich Village. William si era preso una cotta per Allen, tanto che spesso gli scriveva lettere raccontandogli le sue fantasie. Poi Ginsberg fece per un anno il suo agente letterario e in seguito diventarono amanti. Vissero insieme gran parte del 1953. Poi si separarono: Ginsberg volò a San Francisco e Burroughs partì per Tangeri, da dove continuò a mandargli lettere e le parti di Naked Lunch, il romanzo che stava scrivendo. Naked Lunch (tradotto da noi con il titolo “Il Pasto Nudo”, da cui Cronenberg ha tratto un film inevitabilmente contorto e deludente), uscì nel 1959 e gli costò lo scandalo generale e vari processi per oscenità. Il libro ha una trama spezzata, stravolta da incisi, digressioni, flashback, nella quale Burroughs comincia a sperimentare la tecnica del cut-up (una specie di montaggio casuale tra i testi, la cui provenienza era la più disparata). Una tecnica che lo avrebbe dovuto proteggere dai luoghi comuni, di cui la letteratura sovrabbondava, e dall’eccessivo razionalismo (la stessa idea, ma funzionò molto meno, Burroughs la trasferì nella pittura: sparava barattoli di vernice contro tele immacolate). Su Naked Lunch Norman Mailer scrisse che era il ritratto dell’inferno, anzi era l’inferno. Di Burroughs disse che era un genio dal vasto talento. Quanto poi effettivamente fosse vasto quel talento è difficile dire. Ma di certo vi è che i suoi libri, così simili a dei mutanti, e debordanti di allucinazione, spinsero McLuhan a riconoscergli una specie di rappresentatività epocale e invogliarono Mary McCarty a prenderlo sul serio. Fu proprio McCarty a notare in quest’uomo, che prima di diventare scrittore era stato barista, operaio, detective privato, reporter e pubblicitario, una strana forma di umorismo, simile a quella di “un attore di varietà che recita da solo sulla scena davanti al sipario infiammabile di un vecchio teatro trasformato in cinema”. Dove è chiaro che ogni battuta, anche la più comica, può trasformarsi in tragedia. C’è da dire che Burroughs non si lasciò mai coinvolgere dai generosi attestati, come pure da quelle critiche che lo accusavano di mettere in pericolo la cultura americana e di trascinare la gioventù, già tanto sbandata, in un cul-de-sac anti-macho e anti-umanista. Seppe quasi sempre servirsi con ironia o malumore degli uni e degli altri. Una quindicina di anni fa Burroughs venne ammesso nella celebre Accademia americana dell’Istituto di Arti e Lettere. Fu un’entrata, che nonostante qualche dissenso, aveva tutta l’aria di assomigliare all’incoronazione ufficiale dell’ultimo degli irriducibili. Al ritorno della cerimonia Burroughs commentò alla sua maniera: “Quella gente vent’anni fa andava dicendo che il posto più adatto a me era la galera. Adesso vanno fieri che io appartenga al loro gruppo. Non li ho mai ascoltati prima e non gli darò certo retta adesso”.



ESSENZIALI

Junkie La scimmia sulla schiena Bur/Rizzoli
The Naked Lunch Il Pasto Nudo SugarCo
The Soft Machine La Morbida Macchina SugarCo
Port of Saint Porto dei Santi SugarCo
Creative Writing La Scrittura Creativa SugarCo
The Cat Inside Il Gatto che è in noi Adelphi
Ghost of Chace La Febbre del Ragno Rosso Adelphi
Literaty Outlaw Fuorilegge della Letteratura SugarCo Biografia

The Exterminator Sterminatore SugarCo
The Ticket that Exploded Il Biglietto che è Esploso SugarCo
The Yage Letters Lettere dallo Yage SugarCo
Nova Express Nova Express SugarCo
Ah Pook is here E’ arrivato Ah Pook SugarCo
Last Words of D.Schultz Le Ultime parole di D.Schultz SugarCo
The Wild Boys Ragazzi Selvaggi SugarCo
Queer Diverso SugarCo
Interzone Interzona SugarCo
The Cities of Red Night La Città della Notte Rossa SugarCo
A Meeting of Dead Roads Strade Morte SugarCo
Western Lands Terre Occidentali SugarCo
Queer Checca Adelphi

RARI

Dead Fingers Talk
Minutes to Go con B.Gysin – G.Corso
Time
Ali’s Smile
The Book of Breething con Bob Gale
Cobble Stone Gardens
The Third Mind
Blade Runner (a movie)
My Education A book of…
The Burroughs File’s

Collaborazioni – MUSICA E CINEMA

MUSICA

Laurie Anderson Home of the Brave video/Liveconcert
Laurie Anderson Mister Heathbreak album/Sharkey’s Night
Disposible Hero of HipHop Spare Ass Annie and other Tales album
Nirvana The Priest Called Him album
R.E.M. Star Me Kitten album/x-Files
U2 Last Night on Hearth video/appariz.
U2 Thanksgiving Prayers video/Zoo Tv Tour
Sonic Youth & J.Cale Dead City Radio album
B. Lawsell e Material: Seven Souls/Hallucination Engine
The Slits The Final Accademy
Sukia Contact espacial con el tercero sexo
Kurt Cobain The priest they called him
CINEMA

Antony Balch Towers Open Fire and CutUp 1970
Howard Brookner Burroughs. The Movie 1984
Klaus Maeck Commissioner of the Sewers 1986
Ridley Scott Blade Runners 1982 sceneggiatura
Davide Cronemberg The Naked Lunch 1991
Gus Van Sant Drugstore Cowboy 1989
Gus Van Sant Cowgirls

OLD BULL LEE S. LOUIS 1914 / LAWRENCE 1997

THANKSGIVING PRAYERS 1986 PREGHIERA DEL RINGRAZIAMENTO

Grazie per il tacchino e i piccioni viaggiatori, destinati ad essere cacati attraverso le sane budella Americane –
grazie per un continente da saccheggiare e avvelenare –
grazie per gli Indiani che ci procurano quel tanto di stimoli e di pericoli –
grazie per le immense mandrie di bisonti da uccidere e scuoiare –
grazie per il SOGNO AMERICANO da involgarire e falsificare fin quando la nuda menzogna non vi risplenda attraverso –
grazie per il KKK, per gli uomini di legge che incidono una tacca per ogni negro ucciso, per le rispettabili signore casa-e-chiesa con le loro facce meschine, smunte, sgradevoli, perverse -
grazie per gli adesivi “Ammazza un frocio in nome di Cristo” –
grazie per l’Aids di laboratorio –
grazie per il Proibizionismo e la lotta contro la Droga –
grazie per un paese dove a nessuno è dato badare ai fatti propri –
grazie per una nazione di spie, grazie per tutti i ricordi… facci vedere le tue braccia, sei sempre stato un problema, c’hai proprio rotto i coglioni –
grazie per l’ultimo e più grande tradimento dell’ultimo e più grande dei sogni umani.

WILLIAM SEWARD BURROUGHS

Dove si parla del vecchio Old Bull Lee cercando di analizzarne qualche luogo poco frequentato e confutarne altri invece molto comuni.
Il recente, rinnovato interesse per la cultura beat – il movimento letterario che, impostosi sul finire degli anni ’50, ha contribuito alla nascita di quei movimenti (pacifista, per i diritti civili, per le libertà sessuali, per l’ambiente) che si sono affermati durante e dopo gli anni sessanta modificando stabilmente e profondamente la sensibilità e le coscienze soprattutto giovanili – se é stato decisivo per il rilancio di autori come Kerouac, Ginsberg, Corso, Ferlinghetti, non ha toccato la figura di William Seward Burroughs, per la semplice ragione che l’interesse per Burroughs, lungi dall’essersi attenuato si è incrementato negli anni. Anche in questo Burroughs conferma la sua atipicità rispetto agli altri autori del movimento beat, del quale pure è considerato il padre nobile (ma sull’appartenenza di Burroughs al beat torneremo più tardi).

Nato a St. Louis, Missouri, nel febbraio 1914, da una famiglia benestante, William Burroughs crebbe nella città natale palesando precocemente inclinazioni poco compatibili con i rapporti sociali intrattenuti da una tipica famiglia della buona società. Manifestò infatti assai presto intense pulsioni omosessuali, una forte attrazione per le armi e, più in generale, una sorta di irrefrenabile, naturale inclinazione a infrangere ogni regola del vivere sociale. La sua inettitudine a inserirsi nella società “normale”, anzi la sua evidente ripugnanza per questa società, comunque non gli alienò il sostegno della famiglia, che anche dopo la laurea conseguita ad Harvard, continuò per lungo tempo a fargli pervenire a periodi regolari un assegno.

Si trasferì a New York alla fine del 1942 e poco dopo ebbe inizio la dipendenza dall’eroina, della quale si sarebbe liberato per sempre solo nel 1959. Frequentando gli ambienti della Columbia University entrò in rapporto con un gruppo di giovani aspiranti scrittori, tra questi Kerouac e Ginsberg, sui quali Burroughs, più anziano di qualche anno, esercitò una forte impressione. Fino al 1945 Burroughs, Kerouac e le future mogli, Joan Vollmer Adams e Edie Parker abitarono insieme. Sposata la Volmer, Burroughs si trasferì con lei in Texas, dove cercò di guadagnarsi da vivere conducendo una fattoria, nella quale, tra l’altro, coltivava anche la marijuana. Lo squallore della vita di Burroughs e della moglie nella fattoria, ambedue completamente dipendenti dalla droga, è stato vividamente reso da Kerouac, che era andato a visitarli in compagnia di Neal Cassady, in Sulla Strada e in Visioni di Cody.

Trasferitosi in Messico, ormai a trentacinque anni, nel 1949, Burroughs esordì in letteratura con due lavori fortemente autobiografici: Junky e Queer, centrati, rispettivamente, il primo sulla propria dipendenza dall’eroina, il secondo sulla propria omosessualità. Junky, (firmato come William Lee, dal cognome della madre) trovò comunque un editore, mentre Queer fu pubblicato solo nel 1985.

In Messico, nel 1951, si verificò l’evento che avrebbe cambiato la vita di Burroughs: per dimostrare la propria abilità con le armi da fuoco mirò con la pistola, mancando il tiro, a un bicchiere collocato sulla testa della moglie, che restò uccisa sul colpo… Burroughs trovò riparo prima in Sud America poi a Tangeri, dove, a partire dal 1953, scrisse una gran quantità di materiale, che, tra il 1957 e il 1959 rielaborò nel The Naked Lunch, l’opera che gli ha dato l’immortalità, pubblicata nel 1959 a Parigi dalla Olympia Press. Il libro esplose come una bomba, e fece di Burroughs una stella di prima grandezza. Disintossicato per sempre dall’eroina nel 1959, si apriva per Burroughs una fase di intensissima attività creativa che dura tuttora, a 82 anni.

Fondamentale nella produzione posteriore appare la trilogia The Soft Machine (Parigi, 1961), The Ticket That Exploded (Parigi, 1962) e Nova Express (New York, 1964) per la quale adottò sistematicamente la tecnica del cut up. A partire dal 1974, l’anno del definitivo rientro negli Stati Uniti, Burroughs ha avviato una frenetica stagione creativa, che dura tutt’ora, ad ottantadue anni, della quale, per la sola parte relativa alla produzione saggistica e letteraria, diamo conto in appendice. L’intensa attività di conferenziere, le letture pubbliche dei propri testi, la partecipazione a festival di poesia, la presenza come guest star a eventi artistici hanno fatto sì che Burroughs sia comparso e continui a comparire su numerosissime produzioni discografiche, cinematografiche e video…

L’influenza, a partire dagli anni ’70, su autori tanto più giovani di lui, impegnati in diversi settori e discipline artistiche, è andata di pari passo con la diffusione dell’impiego delle tecniche del cut up ben oltre la parola scritta, in ambiti via via più ampi, quali video, cinema, musica, sui quali lo stesso Burroughs aveva avviato la sperimentazione dopo essersi cimentato con la scrittura.

Al centro di tutta la scrittura di Burroughs c’è la denuncia e il rifiuto del controllo esercitato dall’organizzazione sociale, ogni organizzazione sociale, sull’uomo, attraverso la manipolazione del pensiero e la repressione. Per Burroughs il controllo conduce necessariamente a un controllo ancora più rigoroso, fino al totalitarismo. Ne Il Pasto Nudo la droga diventa la metafora del controllo totale: superata una certa soglia, per il tossicomane il bisogno di droga non conosce limite, consegnandolo in modo totale allo spacciatore. Si realizza in questo modo la rappresentazione della condizione dell’umanità sottoposta al controllo.

Se il rifiuto di ogni genere di totalitarismo e la ricerca di una assoluta libertà è l’elemento che certamente collega Burroughs a Kerouac, Ginsberg o Corso profondissime sono anche le differenze. Ci sarebbe da discutere a lungo sulla appartenenza di Burroughs al movimento Beat, una appartenenza asserita in tempi relativamente recenti. Ancora nel 1971, Bruce Cook, nel suo importante saggio sul beat, definiva Kerouac, Ginsberg e Corso capifila del movimento beat, dal quale escludeva Burroughs.

Le ambientazioni di Burroughs, disegnano una società post-tecnologica, il cui disfacimento è caratterizzato con elementi costantemente ricorrenti, personali ossessioni di Burroughs: le barbare, grottesche impiccagioni, complete di erezioni ed eiaculazioni, la droga, l’omosessualità coatta, ossessiva, drogata, moltiplicata all’infinito dal cut up (quale distanza dalla gioiosa, liberatoria omosessualità cantata da Ginsberg!), le mutazioni a seguito di contaminazioni da virus, le epidemie, in una cornice completamente priva di speranza. Tutto questo sembra essere alquanto distante dallo spirito del beat, che muovendo da una stessa denuncia dei rischi e delle insidie della società dei consumi e tecnologica e da una stessa forte enfasi posta sulla libertà personale ha aperto la strada a utopie di altro genere, quelle dei movimenti giovanili degli anni ’60, mentre, come è stato osservato, Burroughs, già dal Pasto Nudo, è semmai in sintonia con il chaos and anarchy della sottocultura punk, precorrendo i tempi di quasi vent’anni…

Tra le ossessioni di Burroughs vogliamo ancora ricordare quella antifemminile: il nostro ha un pessimo rapporto con le donne, praticamente assenti dai suoi romanzi, un vero e proprio odio che lo porta a immaginare situazioni nelle quali un particolare tipo di nascita o di rinascita si verifica senza l’intervento delle donne: penso alle pagine finali di The Wild Boys, dove ragazzi selvaggi vengono generati da altri ragazzi selvaggi.

L’ossessione fondamentale sottesa a tutta l’opera di Burroughs e che ne costituisce il tema in fondo unico è quella del controllo e del totalitarismo, che secondo lui ha soffocato l’America e tutto il mondo: a un’unica (sostanzialmente) ispirazione corrisponde una grande, unica opera letteraria, della quale i singoli componimenti sono solo parti. Questo spiega il frequente ricorrere in molte opere del dottor Benway, il manipolatore per eccellenza, l’esperto del controllo diversi, e di altri personaggi e situazioni ricorrenti (l’impiccagione rituale, l’accoppiamento omosessuale etc.). L’ultima evoluzione del tema del controllo, nel romanzo The Western Lands, costituisce l’esito estremo delle teorie già esposte contenute nell’articolo The Electronic Revolution, nel quale Burroughs mostrava come applicando il metodo del cut up a pellicole e nastri magnetici sia possibile, a partire da unità assai piccole di suono e di immagine, creare un virus: il virus è in realtà il codice cifrato che trasmesso attraverso radio e tv all’insaputa degli utenti può garantire il controllo su chi ascolta, operando per via subliminale.

Note

(1) Il volume fu pubblicato nel 1953 presso gli Ace Books, casa editrice della quale era proprietario lo zio di un amico di Ginsberg.

(2) La ricostruzione dell’incidente è stata inserita da Kerouac in Visioni di Cody – a dire il vero con scarsa pietas, anzi con un’abbondante dose di humor nero – , nel corso di una conversazione con Neal Cassady.

(3) Nel dare forma compiuta ai suoi appunti, Burroughs venne aiutato da Ginsberg. Il titolo, The Naked Lunch, fu trovato da Kerouac.

(4) Dovrebbe essere universalmente nota la tecnica di scrittura detta cut up: si tratta di spezzettare brani di prosa, poesia, proprie e/o di altri e di rimontarli casualmente. Ecco come Burroughs descrive la forma più elementare di cut up: “Nel cut up più semplice si taglia una pagina in verticale e orizzontale dividendola in quattro sezioni. La sezione 1 viene posta accanto alla sezione 4 e la sezione 3 accanto alla 2 in una nuova sequenza. Portando avanti il lavoro poi possiamo dividere ancora la pagina in parti sempre più piccole e in sequenze alternate.” (da The Electronic Revolution, Cambridge 1971).

(5) Vittore Baroni ha effettuato in William S. Burroughs: Sound Effects of a Nuclear Blast! (l’articolo è comparso nel 1990 sul n. 1 di Sonora, la rivista edita dalla Materiali Sonori di S. Giovanni Valdarno) un primo tentativo di catalogazione delle opere di Burroughs comparse su nastro, vinile o compact, delle compilazioni e riviste, delle apparizioni speciali, dei progetti musicali ispirati da Burroughs. Dopo sei anni l’articolo è bisognoso di aggiornamenti, in quanto nel frattempo Burroughs, nonostante l’età avanzata, non ha rallentato la sua attività, tuttavia costituisce ancora un insostituibile punto di partenza.

(6) Vittore Baroni, nell’articolo citato sopra.

(7) Una vena burroughsiana autentica scorre nei Velvet Underground dei primi due Lp: nei testi, nelle musiche, nella attitudine generale, caratterizzata dalla assoluta mancanza di sentimentalismo, dalla cruda precisione linguistica adottata per la descrizione di situazioni orribili, dallo humor nero, tutti elementi costitutivi della scrittura di Burroughs.

William S. Burroughs (1914-1997)

• The Best of William S. Burroughs
… from Giorno Poetry Systems, this 4
disc set includes a full color book packed
with photos and commentary.

• Burroughs network database
… a collection of searchable Burroughs-
related documents.

• Burroughs Primer
… an introduction to Mr. Burroughs’life
and artistic accomplishments.

• Cut-up Machine
… a text manipulator

• Subterraneans is live!
… Beat literature mailing list
information.

• Products/Services
… Burroughs-related products and
services.

• Research
… preliminary results of the Word Hoard
experiment.

• Concordance of Naked Lunch
… a mechanical index.

• Burroughs Memorial
… funeral program, others.

WSB: Junky
William S. Burroughs’hard-boiled description of addiction
William S. Burroughs uses Dent’s apomorphine treatment and the innerdam breaks
WSB: Apomorphine, metabolic regulator
William S. Burroughs used apomorphine to kick junk. Here’s how it supposedly works.
WSB: Publishing Naked Lunch
William S. Burroughs’ Naked Lunch was first published by Grove Press in 1959.
WSB: Maurice Girodias & the Olympia Press
Maurice Girodias & the Olympia Press
WSB: Naked Lunch
How to read William S. Burroughs’ Naked Lunch
WSB: The Ticket That Exploded
Reading Burroughs’ The Ticket That Exploded
WSB: The Soft Machine
Reading Burroughs’ Soft Machine
WSB: Nova Express
Reading Burroughs’ Nova Express
WSB: Writer of Addiction
William S. Burroughs has been labeled The writer of drug addiction.
WSB: A Model of Control
William S. Burroughs: a model of control (with Dr. Benway).
WSB: Critical Reaction to Naked Lunch
William S. Burroughs’ Naked Lunch received mixed reviews.
WSB: a Sketch of Norman Mailer
A brief sketch of Norman Mailer and his relation to William S. Burroughs
WSB: a Sketch of Terry Southern (1924-1995)
A brief sketch of Terry Southern (1924-1995)
WSB: John Ciardi
A brief sketch of John Ciardi.
WSB: Marshall McLuahn (1911-1980)
A brief sketch of Marshall McLuahn (1911-1980)
WSB: The Last Words of Dutch Schultz
A look at The Last Words of Dutch Schultz
WSB: Burroughsian Humor
William S. Burroughs’ work has not always been well received.
WSB: Much Is Intended to be Funny
Burroughs’ humor salvages violent overtones.
WSB: Louis-Ferdinand Celine (1894-1961)
A brief sketch of Louis-Ferdinand Celine (1894-1961)
WSB: Thomas Nashe (1567-1601)
A brief sketch of Thomas Nashe (1567-1601)
WSB: Experimental Composition
Burroughs has often been pigeonholed due to his verbal and written experiments.
WSB: Experimental Writing Styles
William Burroughs has been heralded as a stylistic innovator.
WSB: The Cut-up Technique
William S. Burroughs’ cut-up technique brought writing methods up to speed.
WSB: Bryon Gysin
Bryon Gysin is highly respected by William Burroughs.
WSB: Space Travel and Biological Mutation
William S. Burroughs second “trilogy” deals with space, time, and evolution.
WSB: The Wild Boys
William S. Burroughs’ The Wild Boys—analysis
WSB: Exterminator!
William S. Burroughs’ Exterminator!— analysis
WSB: Port of Saints
William S. Burroughs’ Port of Saints— analysis
WSB: Travelling Through Space & Time
One of William S. Burroughs’ themes is travel—through both space & time
WSB: Tribal Societies
Tribal Societies are part of Burroughs’ work.
WSB: Tribal Society and the Family
Tribal Society and The Family in William S. Burroughs literature.
WSB: Burroughs Comes Home
William S. Burroughs returned to the United States in 1974. He shelved verbal experiments and wrote Cities of Red Night
WSB: Cities of the Red Night
William S. Burroughs’ Cities of the Red Night— analysis
WSB: The Adding Machine
William S. Burroughs’ published a series of essays under the title «The Adding Machine».
WSB: The Soured Utopian
William S. Burroughs explains the pitfalls of a static society.
WSB: Function, purpose, conflict
William S. Burroughs explains that Happiness is a byproduct of function, purpose, and conflict.
WSB: Correcting of Biological Flaws
William S. Burroughs explores time travel and biological mutation gone wrong.
WSB: Language is a Virus From Outer Space
William S. Burroughs’ famous take on the human condition.
WSB: Libertarian Revolution
The revolution begins in earnest, the workers rebel, kill the priests, politicians, dictators, communists, capitalists, imperialits, and other nameless assholes.
WSB: Writer of the Apocalypse
William S. Burroughs may ben a prophet of doom, but he’s hardly alone.
WSB: Apocalypse
William S. Burroughs graphic depiction of apocalypse. Nothing is True. Everything is Permitted.
WSB: Here to go!
William S. Burroughs explores the human artifact and space station Earth.
WSB: The Place of Dead Roads
William S. Burroughs writes the sci-fi-western.
WSB: Violence in Nature
William S. Burroughs explores Mother Nature’s one way street of evolution.
WSB: Religion and Spirituality
William S. Burroughs Western Lands explores religion and the afterlife
WSB: The Western Lands
An introduction to William S. Burroughs’ The Western Lands
WSB: Christianity, Islam, etc.
William S. Burroughs doesn’t doubt an afterlife
WSB: The Magical Universe
The Magical Universe is the most basic concepì of William. S. Burroughs’ work.
WSB: The Magical Universe Described
William S. Burroughs describes the magical universe.







MATERIAL:Hallucination Engine



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